sabato 10 aprile 2010

LA LOTTA NON SI ARRESTA (n°1 - luglio 2009)

Durante la stesura del giornale è arrivata la notizia dell’arresto di 21 compagni presenti alla manifestazione contro il G8 universitario di Torino del 19 maggio. In attesa di un approfondimento, pubblichiamo il comunicato pavese in risposta alla repressione di stato.
Mettendo al bando ogni teoria complottista, è palese la volontà di reprimere il dissenso e cancellare ogni germe di nuova idea. Il G8 dell'università, l'incontro tra potenti per decidere dei deboli, non può portare miglioramenti del sistema universitario: l'unico risultato è la cristallizzazione del processo di mercificazione del Sapere. Allo stesso modo il G8 non risolverà i problemi del mondo, perchè a discuterne sono i responsabili di tali mali.
La nostra protesta “anti-G8”, quella dei tanti studenti e ricercatori confluiti a Torino il 18 maggio, vorrebbe portare alla luce le contraddizioni di un sistema economico iniquo. Essa è nata nell'ottica di proporre dei cambiamenti sostanziali al sistema formativo, in contrasto col processo di Bologna.
Allo stesso modo, ci opponiamo all'antidemocratico meeting de L'Aquila, proponendo invece un movimento internazionale per la liberazione dallo sfruttamento e per l'autodeterminazione di tutti i popoli.
Le operazioni di polizia che hanno portato all'arresto di 21 manifestanti e militanti dell'università ha come obiettivo fermare tutto questo e colpire con un'unica mossa le speranze e le lotte nell'università e per un mondo più equo, libero da oppressione e sfruttamento.
Fermare con operazioni di polizia le nostre proteste, significa fare carta straccia delle libertà individuali e collettive. Il nuovo regime, vigente in Italia, ha adottato questa prassi: altri esempi lampanti sono le norme contenute nel “pacchetto sicurezza” e le imposizioni militaresche all'interno dei campi dei rifugiati aquilani. Non ultimo, le violenze poliziesche sono all'ordine del giorno (oggi o domani sarà resa nota la sentenza sul caso Aldrovandi).
Noi studenti dell'università di Pavia, ci opporremo a questo delirio sicuritario e repressivo, convinti che sia possibile gettare il cervello (e non solo il cuore) oltre gli ostacoli che la politica di palazzo e dei banchieri vogliono opporci.

INTANTO, MASSIMA SOLIDARIETA' AI COMPAGNI ARRESTATI.

Nessun commento: