mercoledì 28 dicembre 2011

FUORI LE TRUPPE DI OCCUPAZIONE!!!

NO ALLA MILITARIZZAZIONE DELLA VALSUSA!!!
FUORI LE TRUPPE DI OCCUPAZIONE!!!
ORA E SEMPRE NO TAV!!!

Da http://www.notav.eu/

Chiudete gli occhi. Immaginate un paese di montagna in inverno, con la neve sugli alberi e tra i sentieri. Immaginate poi mezzi blindati, metri di filo spinato e un ingente spiegamento di forze di polizia. Ora riaprite gli occhi e scoprirete che quello che vi può sembrare un villaggio nei pressi di Kabul, in un Afghanistan tormentato da tanti anni di guerra, è in realtà Chiomonte. In Valsusa, a un'ora di strada da Torino.


Già, due luoghi così lontani, ma in che quest'inverno sono diventati così simili per l'imponente numero di mezzi militari che presidiano l'area dove sorge il cantiere della Tav. Quello che succede in questi giorni a Chiomonte, che dal primo gennaio diventerà "sito strategico nazionale", è documentato in un video che i No Tav stanno facendo girare su internet.
Così si scopre che basta avvicinarsi alle recinzioni per chiedere qualche informazione perchè le forze dell'ordine che presidiano la zona si mobilitino. Uomini in borghese e in divisa osservano prima da dietro le reti e poi escono. Controllo documenti e identificazione filmata per tutti coloro che si aggirano attorno al cantiere. Poco importa se sono studenti, come capitato nei giorni scorsi a una scolaresca di Bergamo, o valsusini che vogliono capire che cosa succederà dopo il primo gennaio. A Chiomonte, provincia dell'Afghanistan, non si scherza e le uniche luci che hanno illuminato questo Natale sono state quelle dei mezzi blindati che continuano a presidiare la zona.

Si ringrazia Simonetta Zandiri e il Tg No Tav della Maddalena per il materiale.

                                         ORA E SEMPRE NO TAV!!!

martedì 27 dicembre 2011

Dal presidio permanente cassintegrati e cassintegrate YAMAHA


Dal presidio permanente cassintegrati e cassintegrate YAMAHA
Per info
Sito: http://www.yamaharesistiamo66.it/
Mail: yamaha66licenziati@tiscali.it

In risposta alle dichiarazioni offensive rivolte dal Sindaco di Lesmo, On. Marco Desiderati, apparse sulla stampa locale le lavoratrici e i lavoratori Yamaha, indignati ed offesi, inviano in risposta una lettera aperta.

27 dicembre 2011

Lettera aperta al Signor Sindaco Marco Desiderati

Siamo esterrefatti ed offesi per le sue dichiarazioni apparse sulla stampa locale di cui riportiamo un solo accenno: “Chiedere la Cassa in Deroga è immorale. Sentirò il Prefetto per sgombrare il presidio”.

Il presidio permanente dei lavoratori e delle lavoratrici Yamaha, come Lei sa bene, in atto dal 13 Dicembre 2010, è nato semplicemente perché Yamaha Motor Italia ha deciso di chiudere l’intero reparto di produzione licenziando 66 persone.
I lavoratori e le lavoratrici hanno deciso quindi di attuare una forma di lotta ad oltranza per difendere, non solo i propri posti di lavoro, ma anche la dignità delle persone e delle famiglie.
Ritenere, come Lei sostiene, che la richiesta di cassa integrazione in deroga sia “immorale” è offensivo.
Offende per primo luogo i lavoratori e le lavoratrici Yamaha direttamente interessati.
Offende le loro famiglie che si ritroveranno dal 10 gennaio 2012 sul baratro della disoccupazione.
Offende chi realmente, come il sindacato, difende il territorio e i diritti delle lavoratrici e dei lavoratori.
Pensiamo che il suo compito istituzionale (di Sindaco e Deputato) debba essere quello di cercare strategie per affrontare e risolvere un problema presente sul territorio del Comune di sua competenza e non quello di valutare l’indice di moralità o meno di un’azione: un sindaco “sopra le parti” che tenti in tutti i modi possibili una mediazione in difesa della parte più debole.
 E’ chiaro ed evidente che la parte più debole in questione sono i lavoratori, le lavoratrici e le loro famiglie.
Non una Multinazionale che ha esternalizzato la produzione .
Non una Multinazionale che ha ricevuto finanziamenti pubblici indiretti a supporto del mercato e a discapito dell’occupazione.
“Immorale” - Lei dice.
Riesce ad immaginare, Signor Sindaco, politico dai diversi incarichi (e stipendi) cosa significhi rimanere senza uno stipendio in una famiglia ?
Ci stupisce constatare che, nonostante sia trascorso un anno dall’inizio del nostro presidio, Lei Sindaco del Comune di Lesmo, non sia mai venuto ad incontrare noi, lavoratori e lavoratrici al presidio stesso per ascoltare, stimolare e ricercare soluzioni.
E’ sintomatico che Lei definisca “immorale” la nostra protesta, ma, al contrario, non abbia mai espresso critiche verso la decisione aziendale di chiudere e licenziare 66 lavoratori.
Questa sua presa di posizione fa ben capire da quale parte sia schierato il Sindaco che dovrebbe invece, istituzionalmente, essere in difesa di chi come noi ha perso il posto di lavoro.
Lei, così come qualsiasi altra persona può condividere o no la nostra protesta pacifica ma non le consentiamo di definirla immorale chiedendo lo sgombero al prefetto per reprimerla definitivamente.

Lavoratori e lavoratrici cassintegrati Yamaha.
Uomini e Donne di grande moralità

sabato 24 dicembre 2011

ANCHE STAVOLTA YAMAHA NON SI SMENTISCE

Pubblichiamo il comunicato delle lavoratrici e dei lavoratori cassaintegrati di Yamaha in presidio permanente dal 13 Dicembre 2010 relativo all'incontro tenutosi venerdì 23 Dicembre 2011 con le istituzioni per la richiesta della cassa in deroga.
 

ANCHE STAVOLTA YAMAHA NON SI SMENTISCE

Nell’incontro avvenuto oggi, 23 Dicembre 2011, presso la sede della provincia di Monza e Brianza, nel solco delle più feroci tradizioni aziendali, la direzione Yamaha Italia, al tavolo presente solo con un consulente esterno, continua imperterrita a non voler richiedere la cassa integrazione in deroga non motivandone assolutamente il perché, inoltre ribadisce la decisione di voler spedire entro il 10 gennaio 2012 le lettere di licenziamento a tutti i lavoratori posti ancora in CIGS.
Ribadiamo che il Lodo Prefettizio non può e non deve essere un pretesto per l’azienda per non richiedere la cassa in deroga, anzi dovrebbe essere contestualizzato ad oggi con l'integrazione dell'utilizzo di questo ammortizzatore sociale per avere più possibilità e tempo per la ricollocazione dei lavoratori.
Nonostante l’ennesima risposta negativa da parte dell’azienda continueremo a lottare. Il Presidio permanente in atto dal 13 Dicembre 2010 continuerà ad oltranza. Richiederemo anche urgentemente un’ulteriore tavolo istituzionale presso la Regione Lombardia dove auspichiamo la presenza di tutti gli organi preposti per tentare di trovare una soluzione dignitosa che possa permettere ai lavoratori Yamaha di avere più tempo a disposizione per potersi ricollocare.

Lavoratrici e lavoratori cassaintegrati

di Yamaha Motor Italia Spa

venerdì 23 dicembre 2011

Le voci dalla Elnagh dopo 10 giorni di presidio permanente, 2 settimane dopo l'annuncio della chiusura


Rilanciamo dal portale Movimentopavia questo video girato ai cancelli della Elnagh, a 2 settimane dall'annuncio della chiusura e dei 130 licenziamenti e10 giorni dopo l'inizio del presidio 24 ore su 24 per impedire che vengano portati fuori i camper e le roulotte finite o altro materiale.
I lavoratori passeranno Natale e Capodanno in presidio e invitano chiunque voglia dare il proprio appoggio a passare ai cancelli della fabbrica e festeggiare insieme a loro.
Ricordiamo che la Elnagh si trova a Trivolzio in via dell'Industria: per chi arriva da Pavia, prendere l'ultima uscita del raccordo per la A7 e quindi svoltare a sinistra.

giovedì 22 dicembre 2011

Logistica Esselunga. Sabato 24/12 h. 16 nuova mobilitazione a Pioltello

Non si ferma la mobilitazione per il reintegro dei licenziati dal consorzio Safra e da Esselunga, allontanati per essere scesi in lotta contro condizioni di lavoro inaccettabili e per la conquista dei diritti vitali di ogni persona e ogni lavoratore.
Sabato 24 ci sarà una nuova giornata di mobilitazione: gli operai e il coordinamento che sostiene la loro lotta si sposteranno davanti a uno dei supermercati di Caprotti, riforniti dal loro lavoro e da quello degli operai delle altre cooperative. L'appuntamento è alle ore 16 davanti al punto vendita Esselunga di Pioltello.


Segnaliamo inoltre l'appello per la cassa di resistenza per i licenziati di Safra/Esselunga, che da oltre due mesi sono in presidio permanente e hanno bisogno di sostegno per non dover abbandonare questa lotta.
I versamenti possono essere effettuati, indicando la causale: “Presidio operaio esselunga”: • con bollettini postali sul ccp nr. 3046206 • con bonifici sul c/c IBAN IT13N0760101600000003046206 • con vaglia postale tutti intestati a: Sindacato Intercategoriale Cobas, Via Marco Aurelio 31, 20127 Milano

Elnagh di Trivolzio. Dall'assemblea di martedì, dal presidio che continua

Pubblichiamo un resoconto dell'assemblea tenutasi martedì sera al presidio permanente ai cancelli della Elnagh di Trivolzio, organizzata perchè le diverse lotte in corso in questo momento sul territorio milanese e pavese non restino isolate ma possano confrontarsi e cercare momenti di azione comune.


Martedì sera presso il presidio permanente davanti ai cancelli dello stabilimento Elnagh di Trivolzio si è tenuta un’assemblea che ha visto la partecipazione di diverse realtà in lotta per la conquista di diritti e salario o in lotta contro licenziamenti e chiusure. Erano presenti, oltre ovviamente ai lavoratori dell Elnagh, anche delegazioni provenienti dall’Esselenuga di Pioltello, dalla Maflow, dalla Marcegaglia, nonché gruppi solidali con queste vertenze. L’assemblea, che aveva l’intento di mettere in connessione alcune delle realtà che si trovano in aperta vertenza con il padrone, si è conclusa con la proposta di un appuntamento regionale di tutte le realtà in lotta e solidali, da tenersi a metà di gennaio.

L’ottica in cui si è mossa l'assemblea è stata quella della condivisione delle situazioni concrete e delle esperienze di lotta. Il solco lungo il quale provare a indirizzare un percorso condiviso da intraprendere è stato individuato nella prassi del mutuo soccorso e nell’unificazione di tutti i lavoratori, prima ancora che delle sigle sindacali. Se la condizione di precarietà è comune, allora anche le lotte devono essere messe in comune, specie con l'avanzare della crisi e delle politiche di austerità, verso uno sciopero metropolitano autoconvocato.

È emersa dunque la proposta di partecipare alle date di mobilitazione sindacali già previste per gennaio e febbraio. Si è discusso anche della possibile creazione di una Cassa di Resistenza che raccolga tutte le realtà che a livello regionale si muovono all’interno di percorsi di lotta per la riconquista dei diritti. Si tratta di prime concrete ipotesi da discutere nell’appuntamento regionale di gennaio. La volontà espressa da tutte le componenti in modo deciso è quella di costruire percorsi politici che permettano di allargare il fronte dei mobilitati contro le politiche di austerità e la macelleria sociale sostenuta dal governo e voluta dal mercato finanziario e dai padroni.

Con la ferma intenzione di ritrovarsi in un contesto più ampio, dove poter discutere delle questioni messe sul tavolo martedì sera, ci si è salutati per ritrovarsi poi l'indomani mattina ancora davanti ai cancelli della Elnagh. Vi era la necessità di respingere la provocazione della dirigenza, che minacciava l’ingresso nello stabilimento di due camion per trasportare fuori alcuni camper da consegnare ad acquirenti. La volontà dei lavoratori era di non permetterlo: di fronte all'ipotesi di chiusura dello stabilimento, il capitale immobilizzato in quei camper rappresenta una garanzia. La determinazione, unita alla solidarietà ricevuta, sono bastati a dissuadere la dirigenza dall’intento. Nessun camion si è presentato ai cancelli dello stabilimento di Trivolzio e il presidio degli operai prosegue sempre più determinato.

mercoledì 21 dicembre 2011

Le lavoratrici e i lavoratori cassaintegrati di Yamaha

Vi informiamo

Le lavoratrici e i lavoratori  cassaintegrati di Yamaha

VENERDI’ 23 DICEMBRE 2011 a partire dalle ore 11,00 ci sarà un'incontro presso la sede istituzionale della Provincia di Monza e Brianza (Via Tommaso Grosso, 9).

All’incontro saranno presenti il Presidente della Provincia di MB con i vari assessori al lavoro e alle politiche sociali, i rappresentanti al lavoro e alle politiche sociali , di AFOL e ARIFL della Regione Lombardia, i Sindacati Fiom e Fim ed i rappresentanti dei lavoratori, l’azienda con i propri dirigenti ed il Sindaco di Lesmo.

CHIEDIAMO A TUTTE/I DI ESSERE PRESENTI VENERDI’ 23 DICEMBRE 2011 fuori dalla sede istituzionale per sostenere la nostra richiesta di cassa integrazione in deroga che verrà inoltrata dai rappresentanti sindacali durante la trattativa.

Ci troveremo al presidio permanente venerdì alle ore 9,15/ 9,30 per andare, tutti insieme, a Monza in Via Tommaso Grosso n.9 oppure ci potremo incontrare all’esterno della sede istituzionale verso le ore 10 / 10,30.

Le lavoratrici e i lavoratori
cassaintegrati di Yamaha
in presidio permanente dal 13 Dicembre 2010

sito: www.yamaharesistiamo66.it
mail: yamaha66licenziati@tiscali.it

martedì 20 dicembre 2011

ore 7.00 chi puo vada ai cancelli della Elnagh

é presvisto alle ore 7.00 di domani mattina l'arrivo di cammion   per recoperare materiale dalla Elnagh chi puo vada  al presidio permanente ai cancelli della Elnagh di Trivolzio per sostenere la lotta dei lavoratori ed evitare che il materiale presente nella ditta venga portato via.


Per raggiungere il presidio: da Pavia ultima uscita del raccordo per Bereguardo prima del casello della A7; da Milano A7 uscire a Bereguardo e poi seguire per Bereguardo, Trivolzio.

Uniti contro il razzismo. Volantino dell'Associazione dei senegalesi di Pavia e provincia

Pubblichiamo il testo del volantino distribuito sabato 17/12 al presidio di piazza della Vittoria a Pavia, indetto dopo l'uccisione di Mor Diop e Modou Samb e il ferimento di altri cittadini senegalesi a Firenze per mano di un "intellettuale" fascista del gruppo Casa Pound.


Uniti contro il razzismo.
L'assassinio a freddo di due senegalesi e il ferimento grave di altri tre a Firenze è il segno di un crescente razzismo in Italia, che va combattutto senza ambiguità.
Certo il fatto che l'assassino si è poi ucciso testimonia di uno squilibrio mentale. Ma perché uno squilibrato uccide persone che non conosce, che non gli hanno fatto né detto nulla di male, solo per il colore della loro pelle?
L'assassinio è il risultato del pregiudizio e dell'odio razzista coltivato da tante organizzazioni, non solo Casa Pound, diffuso e alimentato anche dalla stampa e dalle TV. Un pregiudizio e un odio che si manifestano in tanti piccoli episodi quotidiani, che sfocia in fatti gravissimi ad opera di "persone normali", come l'incendio di un campo rom a Torino, che ha privato decine di famiglie di un tetto e dei loro pochi averi e solo per caso non ha fatto vittime, per una bugia raccontata da una ragazza.
Italiani, non ricordate che ci sono all'estero più di 50 milioni di persone di origine italiana, che i vostri bisnonni e prozii hano dovuto emigrare per fuggire la miseria e trovare lavoro e un po' di benessere? Non ricordate che anche loro sono stati vittime di pregiudizi, razzismo, odio e anche di violenze?
Eppure tutti sanno che noi immigrati siamo richiesti per quei lavori faticosi, sporchi e umili che quasi nessun italiano vuole più fare: dalla badante al lavapiatti al manovale al facchino dei magazzini della logistica.
SENZA DI NOI L'ITALIA SI FERMEREBBE!
Questi pregiudizi servono solo a dividere i lavoratori, italiani contro immigrati, per sfruttarli di più!
E molti di noi sono tenuti senza permesso di soggiorno per sfruttarci come schiavi senza diritti!
Siamo stanchi di essere guardati con sospetto quando non con ostilità!
Diamoci la mano, bianchi, neri, e persone d'ogni altro colore della pelle, lingua e nazionalità!
Oggi e domani in tutto il mondo si manifesta per la giornata internazionale del migrante, l'ONU calcola che siamo 214 nel mondo.
Manifestiamo insieme contro il razzismo per la fratellanza e l'unità di tutti gli sfruttati!
Siamo intolleranti contro l'intolleranza, non accettiamo di testimoniare un atto, una parola, un gesto razzista senza dire chiaro e forte il nostro NO AL RAZZISMO!

Associazione dei senegalesi di Pavia e Provincia

domenica 18 dicembre 2011

Martedì 20/12 ore 19e30. Assemblea al presidio permanente della Elnagh di Trivolzio

Martedì 20 dicembre alle 19e30 appuntamento al presidio permanente ai cancelli della Elnagh di Trivolzio per un'assemblea con diverse realtà in lotta per la difesa del posto di lavoro o per la conquista di diritti negati: dalla Elnagh alla logistica Esselunga di Pioltello, dalla Jabil di Cassina de Pecchi ai lavoratori autoconvocati di Milano.

Per raggiungere il presidio: da Pavia ultima uscita del raccordo per Bereguardo prima del casello della A7; da Milano A7 uscire a Bereguardo e poi seguire per Bereguardo, Trivolzio.

sabato 17 dicembre 2011

N°7, dicembre 2011 - Profit Before People. Contro la chiusura e i licenziamenti, presidio permanente alla Elnagh di Trivolzio

142 operai a casa, anni di esperienza e competenza acquisiti sul campo sacrificati sull’altare del profitto. Quando la crisi diventa una scusa e la distruzione di un’impresa funzionante viene definita ristrutturazione c’è qualcosa che non funziona nel linguaggio. Non ne siamo stupiti, chiariamoci. E’ il capitalismo, bellezza. Quando però ci troviamo di fronte famiglie con quattro figli, operai a cui mancano tre anni alla pensione e giovani sbattuti in mezzo ad una strada la rabbia è molta, ma è la razionalità che deve prendere il sopravvento, è la nostra capacità di opporci ai piani di questi sciacalli. Sciacalli sì, così li chiamano gli operai licenziati e non potremmo certo trovare un termine migliore.

Proviamo quindi a fare un po’ di ordine e a capire come si è arrivati alla chiusura della fabbrica e al licenziamento collettivo degli operai. La Elnagh nasce sessanta anni fa, fondata dall’ingegner Ghezzi. Col tempo la produzione aumenta e la fabbrica si impone come uno dei leader all’interno del settore per il mercato italiano ed europeo. La macchina aziendale funziona fino alla costituzione della Sea (società europea di autocaravan), nata dalla fusione di Elnagh con i marchi Mobilvetta e McLouis. La nuova società inizia un piano di ristrutturazione e “ammodernamento”. La richiesta annua in quel periodo si aggira intorno ai 3500 veicoli l’anno e tre impianti produttivi fanno fronte a questa domanda. Sempre in questo periodo la Sea decide la fusione con i marchi Mobilvetta e McLouis, ma è da qui che parte il declino inarrestabile. Non tutto però è inspiegabile, il piano inclinato sul quale l’azienda è velocemente scivolata è stato ben oliato dalle scelte di manager e amministratori delegati pagati fior di quattrini. Dopo l’acquisizione da parte di Sea e gli investimenti fatti, gli obiettivi che i padroni proclamano ai quattro venti sono di 10000 veicoli l’anno, per un aumento di 6500 rispetto a quelli prodotti in quel periodo. Per capire la loro credibilità e le loro capacità basti pensare che negli ultimi tre anni sono stati venduti 13500 veicoli, all’incirca 16500 camper in meno di quelli previsti. Sea nel 2004 passa sotto il controllo di Bridgepoint, un fondo di private equity, ossia un' attività di investimento che acquisisce imprese di medie dimensioni impiegando capitali raccolti tra investitori istituzionali e ricorrendo a elevati livelli di indebitamento. L'obiettivo dei private equity è quello di ristrutturare le imprese acquisite, allo scopo di poterle successivamente rivendere e di ottenere così rendimenti superiori rispetto ad altri tipi di investimento. Dopo questi cambiamenti nella proprietà le scelte dell’azienda risultano quantomeno discutibili e tutte orientate alla chiusura dello stabilimento lombardo. Di tre anni fa è la decisione di vendere il capannone storico di proprietà, situato a Zibido San Giacomo, per trasferirsi in un nuovo spazio a Trivolzio pagando un affitto ed eliminando due terzisti che lavoravano insieme a questo polo. A ciò segue lo spostamento di alcuni macchinari utilizzati per il montaggio delle fiancate, costringendo gli operai al sollevamento di queste e alle conseguenze fisiche di ciò. Tutto ciò con un piano d’ investimento folle senza un minimo legame con la flessione del mercato che stava avvenendo negli anni passati e continua tuttora.
Uno dei responsabili dei licenziamenti è Maurizio de Costanzo ex amministratore delegato della Pisticci Cfp, di cui nel 2007 fece chiudere lo stabilimento di Pisticci dove lavoravano 68 persone. Per dare qualche numero che conta basta pensare che dopo un anno solo il 13% di quei dipendenti aveva trovato un’altra occupazione. L’azienda avrebbe inoltre utilizzato le loro conoscenze, frutto del lavoro di anni, per testare prototipi che saranno prodotti a Poggibonsi. Il cerchio a questo punto si chiude e possiamo tracciarlo così: creare le condizioni per far fallire un’azienda, piazzare un amministratore delegato “esperto in fallimenti”, rubare le competenze ed il marchio storico e alla fine lasciare 142 persone senza un lavoro. Un bel regalo di Natale per le famiglie e gli operai che da anni si sacrificano dentro a quello stabilimento.
Ciò che resta alla fine di questa storia è una fabbrica vuota, 142 operai capaci di farla funzionare, certamente meglio dei dirigenti, a presidiare i cancelli e una marea di famiglie senza più un reddito. La morale che questa vicenda ci consegna parla di precarietà come denominatore comune per tutti i lavoratori, da chi ha un contratto a tempo indeterminato a chi subisce i ricatti sottostanti alle nuove tipologie contrattuali. Da sempre diciamo che solo la lotta paga, noi resisteremo al loro fianco fino all’ultimo giorno, un minuto più del padrone.

Per scaricare questo numero di "Aldo" in pdf: http://www.movimentopavia.org/index.php?option=com_content&view=article&id=104:connettere-le-lotte&catid=80:lavoro-non-lavoro-approfondimenti

N°7, dicembre 2011 - Siamo tutti precari

Negli ultimi mesi sui lavoratori italiani si è abbattuta una serie di stangate (prima con le due manovre di Tremonti e in questi giorni con la manovra del "tecnico salvatore della patria" Monti) In questo modo lavoratori e pensionati pagheranno tre volte la crisi: con le tasse e il taglio delle pensioni, con la perdita del posto di lavoro gli uni, con il venir meno di una serie di garanzie sindacale frutto dei decenni precedenti, gli altri.
Debole e inefficace la risposta dei sindacati tradizionali che in passato hanno svenduto per il piatto di lenticchie della concertazione non solo il salario, ma anche una tradizione di lotta e di organizzazione.
Il governo Monti è un burattino nelle mani della BCE, del FMI e delle grandi istituzioni finanziarie internazionali che detenengono consistenti quote dei titoli del debito pubblico italiano. Goldman Sachs, Deutsche Bank e affini impongono politiche di austerità e di privatizzazione dei beni comuni dietro la minaccia del fallimento dello stato italiano.
E' in questo senso che in un quadro altrimenti abbastanza desolante emergono numerosi esempi positivi a cui è dedicato questo numero di "Aldo": cooperative Esselunga, varie fabbriche metalmeccaniche e non solo, call center, precari della cultura e dell'arte, diverse realtà produttive di tutta la provincia di Milano e non solo sono impegnate in lotte piccole o grandi, contro chiusure, contro salari da fame e condizioni disumane di lavoro.
Il capitale per riprodursi ha bisogno del lavoro di queste donne e di questi uomini e se li tratta come oggetti usa e getta il risultato sono nuove generazioni che si radicalizzano, usano tutte le forme di lotta per difendersi, dal classico sciopero con picchetto a salire sulle torri.
La più grande debolezza in questo momento è la frammentazione di queste lotte. Ma spontaneamente questi lavoratori cercano di coordinarsi, di collegarsi, di sostenersi a vicenda con la presenza ai presidi, ai picchetti, con incontri ecc. ricostruendo dal basso la solidarietà operaia.
Mentre Monti ancora una volta chiama al "senso di responsabilità", alla "solidarietà nazionale" facendo pagare i soliti noti, si ricostruisce la sola solidarietà che riconosciamo ed è quella fra chi e per chi lavora. Può sembrare poco, ma non lo è. E' un inizio. Chi non si arrende, chi non accetta le regole del loro gioco, sta già costruendo in positivo una alternativa!

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N°7, dicembre 2011 - Non solo Elnagh. Bollettino della crisi in provincia di Pavia

Se una risposta ai licenziamenti come quella degli operai della Elnagh non si vedeva da tempo in provincia di Pavia, purtroppo non mancano situazioni altrettanto pesanti. La difesa del proprio lavoro è sempre più una necessità vitale in un territorio con 5mila operai in cassa integrazione e con 250 licenziamenti al mese. Da quando è iniziata la crisi, 7mila persone sono state licenziate in tutta la provincia, senza contare i precari semplicemente avvertiti di non ripresentarsi al lavoro alla scadenza del contratto. Proviamo qui a sintetizzare alcune situazioni di aziende che chiudono o licenziano emerse negli ultimi mesi: in certi casi è la crisi a colpire, in altri è usata come pretesto per licenziare, chiudere e delocalizzare.
A pochi chilometri dalla Elnagh è in liquidazione la Cagi di Motta, con 70 operai e operaie che sperano che qualcuno rilevi la fabbrica, altrimenti ci sarà il licenziamento per tutti. A Pavia sta finendo la cassa integrazione a disposizione della Bergonzi, dove per 40 anni si sono fatte macchine utensili e dove adesso sono in 23 a rischiare il lavoro. Alla Da Lio di Copiano dopo lunghe trattative è stata rinviata la chiusura e richiesta la cassa straordinaria per un anno per i 37 operai. In Oltrepò il 2011 ha visto una serie di fallimenti più o meno annunciati: 33 operai a casa alla Smc; gli ultimi 20 lavoratori in cassa straordinaria alla Crisci di Casteggio, storico marchio di scarpe con negozi nelle vie dello shopping di Milano, Parigi e New York; 17 licenziati alla Salvadeo. Un mese fa la Zonca ha deciso di esternalizzare la produzione di lampadari, mettendo 16 operai in cassa straordinaria per un anno prima della mobilità. La proprietà irlandese della Ardagh vuole chiudere la fabbrica e portare il lavoro (ma non i lavoratori) a Cassolnovo: almeno 20 dipendenti su 38 vanno verso il licenziamento. Un altro gruppo multinazionale, la spagnola Oleo, chiuderà la Carapelli di Voghera spostando 50 operai a Inveruno, obbligandoli a un tragitto di quasi 200 chilometri al giorno, mentre in 22 perdono il lavoro. Una situazione simile la vivranno gli operai della Cablelettra di Robbio, o meglio chi di loro non ha già perso il posto. L’azienda (in fallimento) è stata rilevata dalla Yazaki, che ha bisogno di 80 operai ma a Torino, dove saranno accompagnati ogni giorno da un pullman aziendale. Gli altri 120 dipendenti della ormai ex Cablelettra avranno due anni di cassa integrazione prima del licenziamento. Sempre in Lomellina ci sono appena stati 50 licenziamenti alla Record di Garlasco. Il gruppo Magnetti ha rilevato a gennaio l’azienda già da tempo in crisi, ma soltanto per chiuderla, lasciando un polo espositivo dove lavoreranno in 12 su 74. Segnaliamo poi il caso della Maica di Sartirana, camiceria dove 20 operaie hanno iniziato a scioperare per avere gli stipendi arretrati e sono ora state messe in cassa integrazione.

Per scaricare questo numero di "Aldo" in pdf:  http://www.movimentopavia.org/index.php?option=com_content&view=article&id=104:connettere-le-lotte&catid=80:lavoro-non-lavoro-approfondimenti

N°7, dicembre 2011 - Il trasporto è un bene comune. La lotta dei lavoratori dei treni notte licenziati

Dallo scorso 11 dicembre circa 800 persone impiegate nel servizio treni notte sono senza lavoro. A queste andranno a sommarsi altre 200 persone dell'indotto. Solo per la provincia di Milano sono dunque coinvolti quasi 200 lavoratori.
Trenitalia ha deciso di tagliare i treni intercity a lunga percorrenza con servizio cuccette. Le lavoratrici e i lavoratori delle compagnie appaltatrici si ritrovano dunque senza un lavoro. Si tratta dei dipendenti ex Wagon Lits, ossia delle società Servirail, che gestisce i collegamenti nazionali, della Wasteels, che cura i collegamenti internazionali, della Rsi, che si occupa della manutenzione, e della Italmultiservizi, che appronta le cuccette. A questi lavoratori vanno sommati anche quelli della Iscot, la ditta appaltatrice della pulizia di tutti i treni intercity, che ha annunciato dei tagli al personale a causa della soppressione dei notturni.
I lavoratori non sono stati a guardare: l'8 dicembre a Roma Termini un blitz ha ritardato la partenza dei treni notturni. Il giorno dopo, sempre a Roma, i lavoratori hanno bloccato il traffico automobilistico sotto la sede di Trenitalia, mentre un altro blitz ha bloccato i Frecciarossa in partenza da Torino Porta Nuova e a Napoli e a Messina alcuni binari sono stati occupati a singhiozzo. A Milano, invece, tre dipendenti sono saliti sulla torre faro della stazione centrale. Tra loro, Giuseppe Gison, residente a Pinarolo Po (Pv), dipendente Servirail come sua moglie Silvia Meoli. Subito i compagni di lavoro hanno costituito un presidio in fondo al binario 23, sotto alla torre. L'11 dicembre, prima giornata senza lavoro, un corteo interno, con la partecipazione di mogli e figli dei licenziati, ha attraversato Milano Centrale. I 3 sono ancora oggi sulla torre e il presidio di Milano continua. Nel frattempo, ci sono stati scioperi dei lavoratori degli appalti in solidarietà con la lotta dei licenziati ex Wagon Lits, e se ne prevedono altri.
Wagon Lits era, un tempo, il fiore all'occhiello degli appalti di Trenitalia: si pensi che negli anni '80, per farsi asssumere in Wagon Lits, i ferrovieri si licenziavano dalle FS. Alla situazione odierna si è giunti perché Trenitalia, alla scadenza dei vecchi appalti, ha fatto una nuova asta, così al ribasso da spingere Wasteels a non presentarsi e Servirail a non ottenere il contratto. Da qui la decisione delle due aziende di licenziare tutti. Questa gara d'appalto di Trenitalia si inscrive in un piano generale volto alla soppressione dei servizi universali come i treni notte e al potenziamento del segmento di Frecciarossa.
Così facendo, l'amministratore delegato Moretti, oltre a lasciare a casa centinaia di lavoratori, ne obbliga molti di più a pagare i biglietti salati dell'alta velocità per recarsi dal Norditalia a Roma e da qui cambiare treno alla volta del Sud. In termini di prospettiva, si assisterà all'intasamento dello snodo ferroviario di Bologna e a una doppia spaccatura dell'Italia: una spaccatura geografica tra Nord e Sud, e una di classe, con i lavoratori letteralmente segregati da apposite griglie di separazione nei vagoni della istituenda quarta classe dei Frecciarossa.
Moretti agisce così per prepararsi alla concorrenza di NTV, la nuova compagnia privata di Montezemolo. Questi sono dunque gli effetti della privatizzazione dei trasporti ferroviari: licenziamenti dei lavoratori e tagli ai servizi per le classi subalterne. Per questo occorre sostenere la lotta dei licenziati ex Wagon Lits: essa ci permette di difendere il diritto alla mobilità così come i referendum lo hanno fatto con l'acqua. Come dicono i lavoratori del presidio di Milano, il trasporto è un bene comune.

Per scaricare questo numero di "Aldo" in pdf: http://www.movimentopavia.org/index.php?option=com_content&view=article&id=104:connettere-le-lotte&catid=80:lavoro-non-lavoro-approfondimenti

N°7, dicembre 2011 - Jabil. I finanzieri chiudono, gli operai occupano

Dalla mattina di giovedì 12 dicembre lo stabilimento di Jabil di Cassina de Pecchi è occupato per impedire la chiusura dello stesso da parte della proprietà ed il conseguente licenziamento di più di 300 operai. L’azienda è stata sigillata dalla dirigenza giovedì 8 dicembre, approfittando del ponte dell’Immacolata, ma questo grave gesto è solo l’ultimo atto di una lunga serie tra quelli messi in campo per poter fare cassa dalla chiusura della ditta, dalla vendita dei macchinari e dalla delocalizzazione della produzione.
La fabbrica di Cassina produce e fa assistenza per ponti radio (tra i committenti c'è anche l'esercito italiano), lampioni led di ultima generazione, e persino parti di macchinari per la ricerca oncologica.
Più di 4 anni fa passa sotto il controllo della joint venture tra Nokia e Siemens che da vita a Nokia Siemens Networks Italia (NSN). In questo lasso di tempo, tra incentivi all’esodo (700/800 persone), mobilità, cessione delle produzioni e di attività definite dall’azienda non strategiche, 2000 lavoratori sono stati espulsi, i dipendenti quindi sono passati da 3000 a 1000. Nel gennaio 2008, a seguito di una durissima vertenza che vede gli operai opporsi all’esternalizzazione delle produzioni, è stata raggiunta un’intesa presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri con la quale NSN si impegnava a mantenere in piena attività i siti italiani e potenziare la Ricerca e Sviluppo, a garantire l’occupazione ed ad affidare a Jabil (multinazionale Americana acquisitrice dei reparti produttivi) i nuovi prodotti e le nuove prototipazioni. Jabil si impegnava a garantire i livelli occupazionali e il mantenimento e il rilancio industriale dei siti. NSN avviava la produzione di un nuovo prodotto in una ex fabbrica Siemens in Germania ed ha approntato un nuovo sito produttivo in India.
Nel frattempo nei siti italiani è stata perseguita una politica di ridimensionamento dei ricercatori e il taglio del personale che si occupava della commercializzazione all’ estero. Una parte del prodotto molto importante e settori strategici delle attività di ricerca è stata trasferita a Shangai, dove è stato creato un polo di ricerca e sviluppo che ad oggi dopo due anni dall’ apertura occupa più di un centinaio di ricercatori.
A maggio 2010, nonostante gli accordi, NSN cede il sito di ricerca e sviluppo per la parte di radiomobile a Cinisello Balsamo dove lavoravano circa 900 persone, tra collaboratori esterni e dipendenti.
Sempre a metà 2010 Jabil vende a Competence (società del fondo private equity Mercatech) i siti produttivi italiani. Competence totalizza in soli 7 mesi ben 70 milioni di euro di debiti oltre ad aver bruciato i 50 milioni di euro che erano stati forniti come “dote” da parte di Jabil. Da rilevare è che il rappresentante legale delle due società coinvolte nel rapporto di compravendita era la stessa persona. A seguito dell’udienza del Tribunale di Milano che avrebbe dovuto sancire lo stato di insolvenza di Competence, con la conseguente messa in amministrazione straordinaria, Jabil inaspettatamente ritorna proprietaria dell’intero pacchetto azionario di Competence. Oggi Jabil è intenzionata a chiudere lo stabilimento e licenziare tutti gli operai che ci lavorano.
La scelta della multinazionale di cedere le produzioni, scorporare parti considerate non strategiche, trasferire parte della ricerca a Shangai cancellerà un patrimonio industriale e professionale che per oltre mezzo secolo ha portato l’azienda ad essere leader mondiale del mercato delle telecomunicazioni.
I lavoratori in occupazione sono determinati a non arrendersi alle speculazioni, sanno bene che la chiusura non dipende dalla mancanza di clienti o mercato.
Il caso di Cassina de Pecchi è un evidente esempio di come la finanziarizzazione del sistema produce la precarizzazione dei rapporti lavorativi e delle vite di quel 99% della popolazione escluso dalle dinamiche speculative dei mercati finanziari.

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N°7, dicembre 2011 - Vuoi far valere i tuoi diritti? Licenziato! Logistica Esselunga di Pioltello: 15 lavoratori licenziati, 7 sospesi

Capita spesso che quando si parla di cooperative si pensi una forma di lavoro mutualistico, con pari condizioni per i lavoratori: purtroppo il capitalismo è riuscito a capovolgere a proprio favore questa struttura organizzativa di lavoro. Infatti spesso i lavoratori delle cooperative non fanno riferimento al contratto collettivo nazionale ma al regolamento interno della cooperativa che spesso contiene norme di ricatto e antisindacali, gli orari di lavoro sono flessibili, infatti il lavoro è per lo più a chiamata, spesso le ferie sono “forzate” e non retribuite, i ritmi di lavoro sono pesanti e ciò comporta anche il non rispetto dei regolamenti sulla sicurezza; la gran parte dei lavoratori delle coop sono immigrati e quindi facilmente ricattabili.
Ma proprio attorno a queste condizioni lavorative negli ultimi anni si sono sviluppate delle lotte spesso vincenti organizzate attorno al sindacato S.I. Cobas, ultima in ordine temporale è quella nata nei magazzini Esselunga di Pioltello, magazzino dove passa la maggior parte delle merci vendute nei punti vendita del nord Italia.
Il proprietario di Esselunga è Bernardo Caprotti che tende da sempre ad escludere qualsiasi tipo di sindacato che lotti dai suoi magazzini e supermercati dove vige un regolamento da “caserma”. Venerdì 7 ottobre gli operai del consorzio SAFRA (che lavora per Esselunga) di Pioltello hanno scioperato picchettando l'ingresso e riuscendo a bloccare parzialmente i magazzini del reparto drogheria: lo scopo dello sciopero era di ottenere migliori condizioni lavorative come l'adozione e il rispetto del C.C.N.L., il rispetto delle regole sulla sicurezza, ritmi di lavoro sostenibili, l'allontanamento dei capi che schiavizzano, la cessazione dei continui furti di ore dalle buste paga, il diritto alla rappresentazione sindacale e contro i licenziamenti politici. Per tutto questo 15 operai sono stati licenziati. Da ciò nasce uno sciopero ad oltranza con presidio, man mano che passa il tempo aumenta il coinvolgimento degli operai del consorzio che scioperano (si arriva fino al 85%), a questo punto il consorzio si vede obbligato ad incontrare gli operai; in questo incontro si affronta anche la questione dei 40 provvedimenti disciplinari (tra cui l'estromissione dei delegati S.I. Cobas), ma l'intenzione del consorzio è chiara,ovvero non ha intenzione di trattare ribadendo il suo potere assoluto nelle relazioni sindacali. Intanto arriva la prima intimidazione, un operaio che torna a casa dal picchetto viene aggredito dal capo De Siena, la prognosi per l'operaio è di 7 giorni, mentre per De Siena scatta la denuncia.
Esselunga e SAFRA passano allora al crumiraggio organizzato allargando l'appalto di Alma, portando così al magazzino persone esterne, e nello stesso tempo continuano a minacciare di licenziamento gli operai scioperanti; intanto arrivano altre 7 lettere di licenziamento sotto forma di provvedimenti disciplinari: continuando a mostrare la propria forza arrogante SAFRA ed Esselunga cercano di estromettere i Cobas dal proprio interno, allo stesso tempo fanno delle concessioni che sembrano degli specchietti per allodole, allontanando i capi più odiati e concedendo la remunerazione delle pause brevi; queste concessioni sembrano destinate ad esser eliminate una volta rientrato lo sciopero. Allora gli operai decidono di iniziare una campagna di boicottaggio ai danni di Esselunga con volantinaggi in vari punti vendita, nasce anche una cassa di resistenza per sostenere chi sciopera, viene convocato un nuovo sciopero per il 17 novembre con l'intenzione di estendere la mobilitazione anche agli operai di altre cooperative.
Intanto gli operai del consorzio SAFRA sospendono lo sciopero ad oltranza. Lo sciopero del 17 novembre riesce nel suo intento e il blocco risulta totale, i danni stimati per l'azienda sono ingenti. Intanto cresce il numero di persone solidali con gli operai. La situazione rimane immutata e si decide di rilanciare altre due giornate di sciopero per il 26 e 27 novembre sui reparti che riguardano il “fresco”; ma nel primo pomeriggio del 27 viene attuata un'altra intimidazione da parte dei padroni, infatti davanti al presidio si presentano il presidente del consorzio SAFRA (il sig. Longo), uno dei capi reparto del magazzino salumeria e una cinquantina di persone estranee alle attività presso Esselunga: il sig. Longo avanza alla testa della cordata su un'auto dirigendosi dritto verso il picchetto cercando lo scontro fisico con gli scioperanti; lo scontro fisico premeditato risulta inevitabile e alcuni crumiri riescono ad entrare (ricordiamo che il presidio non ha mai esercitato nessun atto di violenza nei confronti di chi voleva entrare a lavorare, ma ha sempre puntato su un azione di convincimento). Va fatta notare l'assenza delle “forze dell'ordine” che però si presentano la sera durante l'assemblea e perquisiscono il presidio. La situazione non cambia, anzi sembra che il padrone abbia deciso di passare alle maniere forti: allora si decide di rilanciare uno sciopero con corteo cittadino per il 10 dicembre; al corteo partecipano un migliaio di persone, tra cui molti lavoratori delle cooperative, lavoratori e cittadini solidali e operai di altre fabbriche in lotta come la Jabil di Cassina de Pecchi e la Fiat di Torino; per tutto il percorso sono state ricordate le rivendicazioni che si stanno portando avanti nei magazzini Esselunga di Pioltello, sono state ricordate anche le responsabilità di Caprotti che cerca di sfuggire a un confronto. A seguire si è svolta un assemblea pubblica dove si è deciso un ulteriore blocco del reparto “drogheria” per domenica sera. Anche questa volta la risposta dei padroni non si è fatta attendere e sono partite subito telefonate da parte dei caporali che esortavano a ripetere un attacco crumiro come quello del 27 novembre, intanto un nutrito drappello di “forze dell'ordine” si è fatto largo tra il presidio (facendo volare qualche manganellata gratuita) e riuscendo a far entrare alcuni operai a lavoro, anche se la maggior parte degli operai hanno deciso di non entrare a lavorare. Intanto è stata lanciata un'altra mobilitazione generale davanti al punto vendita Esselunga di Pioltello per il 24 dicembre.
Tutto quello che possiamo fare in questo momento è essere solidali con questi operai, perché non dobbiamo dimenticarci che le loro lotte sono anche le nostre: infatti con la scusa della crisi finanziaria i padroni stanno provando ovunque a togliere i diritti conquistati dagli operai in anni di lotte (l'esempio più lampante è quello di Marchionne alla Fiat); questa lotta risulta ancor più importante perché portata avanti da lavoratori immigrati che spesso vengono accusati ingiustamente di “rubarci” il lavoro perché non chiedono diritti quando invece è la potenza delle lobby miliardarie e affaristiche che fanno di tutto per non dargliene e riescono a far tacere le loro voci anche sui mezzi di stampa. Anche per questo crediamo che sia importante la costruzione di iniziative unitarie con altre realtà lavorative del territorio metropolitano per creare un fronte comune a partire da lotte reali, quindi per quanto ci riguarda saremo sempre al fianco di chi lotta per far valere i propri diritti.

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Pavia. Oggi h. 13 piazza Vittoria comunità senegalese in presidio

Oggi 17 dicembre alle 13 la comunità senegalese di Pavia si troverà per un presidio in piazza della Vittoria.
In contemporanea a tante altre manifestazioni contro il razzismo, i senegalesi che vivono e lavorano a Pavia vogliono ricordare Mor Diop e Modou Samb, uccisi il 13 dicembre a Firenze da un fascista di Casa Pound.

giovedì 15 dicembre 2011

Lotta Esselunga: 16-17-18 e 24 dicembre iniziative a Pioltello e in tutta Italia

Dopo la manifestazione di sabato scorso e il nuovo attacco di domenica sera al picchetto, la lotta dei lavoratori del consorzio Safra continua con il presidio permanente davanti ai cancelli dei magazzini Esselunga di Pioltello e diverse iniziative lanciate per i prossimi giorni.

Venerdi 16 dicembre: manifestazione/presidio davanti ai cancelli dell'Esselunga di Pioltello per denunciare l’azione della questura a sostegno di Esselunga. Tutte le realtà solidali sono invitati alla presenza a partire dalle 21

Sabato 17 e domenica 18 dicembre: volantinaggi davanti alle diverse Esselunga italiane

Sabato 24 dicembre: mobilitazione generale davanti al punto vendita Esselunga di Pioltello

mercoledì 14 dicembre 2011

Milano - Sabato 17/12 manifestazione per la giornata di azione globale contro il razzismo


Sabato 17 dicembre manifestazione a Milano per la giornata di azione globale contro il razzismo e per i diritti di migranti, rifugiati e sfollati.
Concentramento ore 14e30 piazzale Loreto.

Dal presidio permanente alla Elnagh di Trivolzio

Continua il presidio contro la chiusura della Elnagh di Trivolzio e in difesa dei 130 posti di lavoro: dopo la prima settimana di presenza solo di giorno, da lunedì 12 i lavoratori sono 24 ore su 24 ai cancelli per controllare che niente venga portato fuori dalla fabbrica o dal piazzale.
Qui sotto il video sulla situazione dell'azienda con le voci dal presidio raccolte lunedì, pubblicato sul portale www.movimentopavia.org.


Per chi vuole portare il proprio appoggio al presidio, la Elnagh si raggiunge in 10 minuti da Pavia prendendo l'ultima uscita del raccordo verso l'autostrada Milano-Genova.

martedì 13 dicembre 2011

Occupata la Jabil di Cassina de Pecchi (Milano)

Dopo mesi di presidio permanente in difesa di 325 posti di lavoro contro i piani di Nokia e per impedire che fossero portati via materiali e macchine, gli operai e le operaie della Jabil di Cassina de Pecchi (ex Nokia e Siemens) hanno deciso di occupare lo stabilimento. La decisione è avvenuta ieri dopo che giovedì scorso l'azienda aveva fisicamente chiuso i cancelli senza preavviso e alla vigilia di un incontro con i sindacati.
Dalla pagina facebook del presidio Jabil (http://www.facebook.com/pages/presidio-lavoratori-jabil/223656067683907?sk=wall) pubblichiamo un video con interviste realizzate ieri ai lavoratori all'interno della Jabil occupata.
Per chi può dare il suo sostegno, l'azienda si trova al km 158 sulla statale 11 Padana superiore e a poche centinaia di metri dalla fermata della metro Cassina de Pecchi.

lunedì 12 dicembre 2011

Lotta Esselunga - Dal corteo di sabato a Pioltello

Sabato 10 dicembre la lotta degli operai del consorzio Safra si è spostata dai cancelli dei magazzini Esselunga andando a coinvolgere tutto il territorio di Pioltello e ricevendo l'adesione e la solidarietà di tante realtà lombarde e non solo (ad esempio sono intervenuti alcuni operai torinesi della Fiat) e di singoli cittadini. Da segnalare la partecipazione di tanti lavoratori di altre cooperative della zona, soprattutto del settore logistico, ma anche di realtà in crisi (ed in lotta) come gli operai e le operaie della Jabil di Cassina de Pecchi, da mesi in presidio permanente per difendere il loro lavoro.
Si è trattato di un lungo corteo, che è arrivato a coinvolgere un migliaio di persone, attraversando prima le zone di Seggiano e di Limito, passando per vie con altissime percentuali di immigrati, sempre continuando a ingrossarsi e bloccando per diversi minuti la statale. La manifestazione è continuata poi per il centro di Pioltello, prima di bloccare nuovamente la Cassanese e ritornare al presidio permanente.
Le rivendicazioni sono le stesse degli ultimi due mesi di lotta: la richiesta del rispetto del contratto per quanto riguarda orari, ritmi di lavoro e stipendi, l'allontanamento di chi minaccia e non rispetta i lavoratori e, cosa fondamentale, il reintegro al lavoro di chi è stato licenziato (al momento in 15) o sospeso (7 lavoratori) per aver scioperato.
Durante la manifestazione sono state ricordate più volte le responsabilità di Caprotti, padrone di Esselunga, che invece cerca di sfuggire a un confronto, e le condizioni di lavoro contro cui gli operai della Safra si sono ribellati. E' stato anche sottolineata l'importanza di questa lotta non solo per chi lavora nelle logistiche o per i lavoratori immigrati, ma perchè rivendica il rispetto di diritti che per tanti, anche per tanti "garantiti", sono sotto attacco.

domenica 11 dicembre 2011

Dalla Elnagh di Trivolzio (Pv). Domani h. 8 in presidio ai cancelli

Domani, lunedì 12/12, chiude ufficialmente la produzione alla Sea-Elnagh di Trivolzio. L'azienda ha decretato la morte dello stabilimento pavese ed il licenziamento di 130 operai.

Già da lunedì scorso l'ingresso della fabbrica di camper è presidiato dai lavoratori, che respingono le decisioni dei vertici Sea e chiedono che la produzione continui a Trivolzio come negli altri stabilimenti italiani, eventualmente redistribuendo tra tutti il lavoro. Anche domani alle 8 si ripresenteranno ai cancelli, per rimanerci, chiedendo a tutti coloro che possono di essere lì con loro per sostenere in concreto la loro lotta.
Per raggiungere il presidio da Pavia, prendere il raccordo per la A7 e poi l'ultima uscita prima del casello.

Sempre domani alle 15.30 i lavoratori della Elnagh parteciperanno al presidio organizzato dai sindacati in piazza Guicciardi a Pavia (piazza della prefettura) in occasione dello sciopero generale contro la manovra Monti.

In questo video realizzato e pubblicato da http://www.movimentopavia.org/ Alessandro Deiana, operaio e delegato, spiega la situazione dell'azienda e i motivi del presidio.


sabato 10 dicembre 2011

Campagna raccolta firme contro l'estradizione di Eneko Goieaskoetxea e contro la persecuzione politica.

Campagna raccolta firme contro l'estradizione  di Eneko Goieaskoetxea  e contro la persecuzione politica.
iniziativa organizzata da Euskal Herriaren Lagunak Londra.
per info: http://www.askapena.org/?q=it

Per raccolta firme:
http://www.petitiononline.co.uk/petition/stop-enekos-extradition-now/4022


Campaña de firmas contra la extradición y la persecución política!

Comunicado informativo sobre la campaña de recolección de firmas contra la extradición de Eneko Goieaskoetxea impulsada por Euskal Herriaren Lagunak de Londres.
Eneko Goieaskoetxea fue arrestado el domingo 7 de julio de 2011 en Cambridge en una operación conjunta con la Guardia Civil española. Según un comunicado posterior del Ministerio del Interior español, Eneko se encontraba entre los miembros de ETA que planeaban atentar con granadas contre el Rey Juan Carlos en la inauguración del Museo Guggenheim de Bilbao.
Dada la gravedad de esta acusación, Eneko se ha convertido en uno de los prisioneros más controlados en el Reino Unido y se ha mantenido en la prisión de Belmarsh en condiciones extremadamente duras desde su detención. Sin embargo, nunca ha habido ninguna prueba que respalde esas acusaciones. Además, Eneko estaba llevando una vida perfectamente normal en Cambridge durante años antes que la detención se lleve a cabo. En ese momento, vivía en Cambridge con sus dos hijos, trabajando en una empresa investigación tecnología siendo a la vez miembro de un club de squash.
A través de todos estos años su principal objetivo era llevar una vida normal, estando plenamente comprometido con sus hijos, apoyándolos en su aprendizaje de idiomas y en todo tipo de actividades. Participó en grupos de la comunidad y en su escuela local y también era muy apreciado en el trabajo a través de todos estos años.
Desde su detención Eneko ha estado encarcelado durante cuatro meses y la mayor parte de este tiempo, lo ha pasado en régimen de aislamiento. Las condiciones de vida dentro de la unidad de alta seguridad de Belmarsh son extremadamente difíciles. Pasa 22 horas al día encerrado en su celda, y no tiene la oportunidad de estudiar o participar en cualquier otra actividad. Tiene un acceso muy limitado a la lectura y no tiene la oportunidad de leer cartas ni prensa desde el extranjero, ni acceso a una radio, siquiera. Además, sólo puede recibir visitas de familiares cercanos que están siempre detrás de una vitrina.
Eneko lleva una vida en la cárcel en un régimen innecesariamente duro e injusto que impone una gran presión a sus hijos y esposa debido a las horas que tiene que permanecer en la celda y la dificultad para las visitas.
Como muchas otras personas en Euskal Herria, Eneko ha sido acusado de un crimen que nunca cometió basado únicamente en el testimonio de los detenidos en régimen de incomunicación u obtenidos bajo tortura. Para garantizar su libertad y bienestar físico, Eneko dejó Euskal Herria y se refugió en Gran Bretaña, donde ha estado llevando una vida normal durante muchos años. Es por esto, que todo el que conoce a Eneko sabe de la gravedad y la irracionalidad de esta situación.
Por lo tanto exigimos al gobierno el fin inmediato del régimen penitenciario especial en el que se conserva actualmente. También nos gustaría hacer un llamamiento a el gobierno británico y a las autoridades judiciales para rechazar inmediatamente las solicitudes de extradición y que se niegen a colaborar con el gobierno español en la persecución de Eneko Goieaskoetxea.
Apoyamos el derecho de Eneko a vivir libremente en Cambridge.
                                  EUSKAL PRESOAK ETXERA!!!

mercoledì 7 dicembre 2011

Dal presidio dei lavoratori Sea-Elnagh di Trivolzio (Pv). Contro la chiusura, contro i licenziamenti

Due giorni fa è arrivato l'annuncio della chiusura della fabbrica di camper del gruppo Sea-Elnagh di Trivolzio (pochi chilometri da Pavia) a partire da lunedì prossimo.
L'azienda ha chiesto la mobilità per i 142 dipendenti, che però non hanno nessuna intenzione di accettare di pagare per gli errori dei dirigenti della "big society" Sea s.p.a. che in 10 anni, da quando ha rilevato la Elnagh, ha aperto un buco finanziario di 291 milioni di euro.
Gli operai sono in presidio ai cancelli. L'intenzione è, da quando la produzione sarà interrotta del tutto, di impedire lo smantellamento della fabbrica.

Per sostenere il presidio, già da ieri ma in particolare da lunedì 12 dicembre, l'appuntamento è dalle 8 ai cancelli (zona industriale di Torre d'Isola/Trivolzio, da Pavia ultima uscita del raccordo prima del casello della A7).
Sempre lunedì, in occasione dello sciopero indetto dalla Fiom e da Cgil, Cisl e Uil, gli operai della Sea-Elnagh parteciperanno al presidio davanti alla prefettura di Pavia alle ore 15e30.


Qui sotto riportiamo una spiegazione dettagliata della situazione, diffusa dai lavoratori (salvare il file per ingrandirlo).

martedì 6 dicembre 2011

Cologno Monzese - sabato 10/12 serata benefit a favore dei 57 denunciati dell'ex Mondino di Pavia

Segnaliamo questa iniziativa organizzata dal Laboratorio contro la guerra infinita di Cologno Monzese insieme all'assemblea dei denunciati per l'occupazione dello Spazio di mutuo soccorso ex Mondino di Pavia.
La serata prevede un aperitivo per la raccolta di fondi per le spese legali dei denunciati, la presentazione del libro collettivo "Piena", curato da Student*incrisi, e una discussione sulla tematica del mutualismo ed il tentativo di non pagare la crisi che furono alla base dell'occupazione dello scorso 28 gennaio.
Dalle 23 NoShampoo DJ-set da Pavia.


lunedì 5 dicembre 2011

PRESIDIO ANTIFASCISTA giovedì 8 dicembre 2011 ore 14 piazza di Pisogne (sotto alla chiesa)

NESSUNO SPAZIO AI FASCISTI


Giovedì 8 dicembre 2011 a Pisogne si svolgerà un presidio per impedire all’ associazione neofascista Casa Pound di prendersi la piazza.

La finta Associazione culturale Casa Pound, che si autodefinisce “fascisti del terzo millennio”, altro non è che un gruppo politico di estrema destra che fa di razzismo, autoritarismo e violenza la propria bandiera.

A Pisogne abbiamo già assistito all'operato di questo tipo di personaggi, prima con il lancio di bombe carta durante le celebrazioni del 25 Aprile, poi con scritte minacciose nei confronti di immigrati ed attivisti politici, non ultimo con la minacciosa presenza in piazza durante un presidio a sostegno dell'associazione KAG.

La loro volontà di ottenere agibilità politica nella piazza di Pisogne con un “volantinaggio contro Equitalia” è solo un altro squallido tentativo di cavalcare il diffuso malcontento per una situazione economica disastrata che mette in ginocchio ogni giorno sempre più persone. Equitalia è un’ agenzia, in parte privata, di riscossione crediti che, per conto dello stato, si occupa di vessare le persone in difficoltà economica che non sono in grado di far fronte alle spese per bollette, tasse e mutui. Quale migliore appiglio per questi speculatori del malcontento?

La crisi è figlia dei giochi pericolosi di finanzieri e grossi istituti di credito, nonchè di una posizione sempre più supina delle istituzioni politiche davanti ai diktat del mercato. Il tentativo di cavalcarne gli effetti devastanti sulla vita delle persone è invece figlio della tradizione di questi fascisti postmoderni, sempre pronti a sfruttare la debolezza e la difficoltà per tramutarla in odio, consenso e potere.

Per ribadire il rifiuto di ogni forma di fascismo

Per impedire la strumentalizzazione del malessere prodotto dalla crisi

Per affermare che la giustizia sociale è l’ unica soluzione alla crisi

PRESIDIO ANTIFASCISTA

giovedì 8 dicembre 2011 ore 14 piazza di Pisogne (sotto alla chiesa)

COORDINAMENTO ANTIFASCISTA VALLE CAMONICA

PER NON DIMENTICARE: NOTTE TRA IL 5 E IL 6 DICEMBRE

da http://www.notav.info/

PER NON DIMENTICARE: NOTTE TRA IL 5 E IL 6 DICEMBRE
TUTTA LA VALLE RICORDA QUELLA NOTTE.

NOTTE DI VIOLENZA DELLO STATO, DI BLOCCHI, DI RABBIA.

TUTTA LA VALLE RICORDA COSA è SUCCESSO NEI GIORNI SEGUENTI.

OGGI COME ALLORA: A SARA’ DURA!



                                        ORA E SEMPRE NO TAV

Sabato 10/12 ore 14e30 - Manifestazione a Pioltello

 
Prosegue la lotta dei lavoratori della Safra, una delle coop che ha in appalto da Esselunga la gestione dei magazzini di Pioltello. Ler richieste riguardano il rispetto dei contratti, ritmi di lavoro umani, la cessazione dei furti dalle buste paga, la certezza degli orari di lavoro e l'allontanamento dei capi delle cooperative che insultano, minacciano, decidono chi lavora e chi no. Dopo i primi scioperi 15 lavoratori, delegati del Si Cobas, sono stati sospesi e poi licenziati. Davanti ai cancelli è in corso da diverse settimane un presidio permanente e sono continuati gli scioperi e i blocchi ai cancelli. Domenica 27 novembre, durante gli ultimi due giorni di sciopero, la reazione di Esselunga e Safra è stata di cercare di sfondare il picchetto e provocare lo scontro fisico ricorrendo ai capi, alle guardie giurate, a lavoratori di altri stabilimenti.

Sabato 10 dicembre i lavoratori della Safra saranno nuovamente in sciopero, con lo scopo di colpire Esselunga per rispondere a queste provocazioni e soprattutto per chiedere il reintegro immediato dei licenziati e l'ottenimento di tutte le altre richieste.
A sostegno della loro lotta è stata indetta una manifestazione. L'appuntamento è sabato alle 14e30 al presidio permanente davanti ai cancelli dei magazzini Esselunga (via Gianbologna, Limito di Pioltello - zona industriale Seggiano Ovest).

domenica 4 dicembre 2011

8 dicembre 2005 – 8 dicembre 2011 LA RESISTENZA CONTINUA

Pubblichiamo il programma di iniziative della valle che resiste e non si arrende!!!!
ORA E SEMPRE NO TAV
per info   http://www.notav.info/



8 dicembre 2005 – 8 dicembre 2011 LA RESISTENZA CONTINUA
Nel giorno dell’anniversario della ripresa della piana di Venaus, il movimento No Tav risponde alla militarizzazione della valle con 4 straordinari giorni di impegno e presenza.


Reti, Muri, Forze dell’ordine non ci fermano e non ci fermeranno: CONTINUIAMO A DENUNCIARE E A OPPORCI PACIFICAMENTE E CON DETERMINAZIONE ALLA VERGOGNOSA MILITARIZZAZIONE DELLA VALLE CON ALTI COSTI CHE OGNI GIORNO PESANO SULLE TASCHE DEI CITTADINI ITALIANI..

Mentre stringono noi cittadini nella morsa di un debito che non ci appartiene , tentano di imporre altri sprechi sicura fonte di tangenti e garanzia di profitti privati a discapito dei beni comuni. Non ci stancheremo mai di ripetere che il Tav è un’opera inutile, devastante e dai costi insostenibili; e intanto il dissesto idrogeologico provocato dalla mala politica distrugge vite e famiglie, trascina nel fango e nella disperazione interi paesi.

Stringiamoli noi, circondando le loro stupide reti, facendo pressione intorno ai luoghi simbolo della connivenza tra affari e politica, con atti di disobbedienza civile che sono una garanzia per il futuro di tutto il paese.

GIOVEDì 8 DICEMBRE
Il programma si articola in diversi momenti contemporanei

ORE 10: concentramento al campo sportivo di Giaglione e alla stazione di Chiomonte di due cortei che si recheranno ad effettuare una

VISITA GUIDATA ALLE RETI CHE CIRCONDANO IL CANTIERE CHE NON C’E’

ORE 10: concentramento alla stazione di Susa per un corteo che arriverà all’autoporto dove ci si tratterrà condividendo pasti, momenti assembleari ed eventi artistici.

Nel corso della giornata i cortei della Clarea confluiranno all’autoporto per dare vita a una lunga NOTTE BIANCA ALL’AUTOPORTO E DINTORNI

In tutte le situazioni è fondamentale essere autosufficienti (cambi d’abito, vestiti caldi, cibo, piatto bicchiere e posate, materassini, tende) perché come sempre A SARA’ DURA E QUESTA VOLTA SARA’ ANCHE LUNGA!!!!

E nei giorni successivi:

SABATO 10 DICEMBRE alle ORE 12 alla Baita Clarea PRANZO CON POLENTATA

Alle ORE 20.45, teatro Fassino di Avigliana : SECONDA GIORNATA EUROPEA CONTRO LE GRANDI OPERE INUTILI

DOMENICA 11, AL POMERIGGIO : GRANDE FESTA AL PRESIDIO DI VENAUS

INVITIAMO A PARTECIPARE TUTTI I CITTADINI DELLA VAL SUSA, DELLA VALSANGONE, DI TORINO E TUTTI COLORO CHE HANNO A CUORE LA DEMOCRAZIA E LA TUTELA DEI BENI COMUNI

ASPETTIAMO CON CALORE GLI AMICI CHE ABBIAMO INCONTRATO IN TUTTA ITALIA NELLE TAPPE DEL NO TAV TOUR

                                                        Il Movimento No Tav

sabato 3 dicembre 2011

Giovedì 8 dicembre ore 21 - incontro con Sabatino Catapano

Segnaliamo un'iniziativa che si terrà giovedì 8 dicembre alle ore 21 al Commons di viale Bligny.
Sarà ospite a Pavia Sabatino Catapano, che racconterà la sua esperienza di sopravvissuto alla tortura del carcere e degli Ospedali psichiatrici giudiziari italiani (ex manicomi criminali).


giovedì 1 dicembre 2011

Presentazione del libro del Kukutza gaztetxea. "Ellos por dinero, nosotras por placer"

Presentazione del libro del kukutza gaztetxea.
Questo libro tratta  le lotte sociali che sono state portate avanti per molti anni dai compagni del Kukutza a Bilbao.
SOLIDARIETA A KUKUTZA DALL' ITALIA

GORA KUKUTZA
"Ellos por dinero, nosotras por placer"


15 urte pasa dira Kukutza proiektua 1996. urtean jaio zenetik, eta 2 hilabete bete dira Kukutza III gaztetxea hustu eta eraitsi zutenetik.

Ehunaka bizipen zein erreflexio izan dira gaztetxekideon artean. Ez dira guztiak liburu bakar baten sartzen. Baina saiatu gara ahalik eta esfortsu handiena egiten.

Liburua Kukutzako kideen eta Lutxo Egiaren arteko lanari esker idatzi egin da. "Monti"-k maketatu eta Txalapartak argitaratu egin du.

Liburuak 18 euro balioko ditu eta kolorezko argazkiak biltzen ditu ere. Liburuak Kukutzakideoi zuzenean erosita, epaiketak eta bestelako gastuak ordaintzeko laguntza ematen duzue, beraz badakizue!

Salmenta guneak:

Bilboko Gatazka gunea.(Errondabide /k)(abenduaren 4tik aurera)

Durangoko Azokako: Gatazka DDT, Txalaparta eta Azoka alternatiboan.(abenduak 4-7)

Errekaldeko KOBLAKARI Zirku artista eta eskuketarien X. Topaketan(abenduak 8-11)

eta laster zuen Herri edo auzoko gaztetxean(eskatuz gero, hara goaz liburua aurkeztera)

Eskerrik asko parte hartu duzuen guztioi.
per info http://kukutza.blogspot.com/

mercoledì 30 novembre 2011

Diritto di scelta

Pubblichiamo l'appello del Progetto Melting Pot Europa, rilanciato a Pavia da Ci siamo anche noi, per una petizione e una mobilitazione per chiedere che agli immigrati provenienti dalla Libia e richiedenti asilo sia rilasciato un permesso di soggiorno umanitario.


Petizione per il rilascio di un titolo di soggiorno ai richiedenti asilo provenienti dalla Libia

Sottoscrivete l'appello, diffondetelo. Mobilitiamoci in ogni città Sono approdati sulle nostre coste durante il conflitto in Libia, per fuggire alle violenze o perché costretti ad imbarcarsi su pericolose carrette dalle milizie di Gheddafi.
Oltre 25.000 richiedenti asilo sono ospitati all’interno del Piano di Accoglienza affidato dal Governo alla Protezione Civile.
Centinaia di enti in tutta Italia, con modalità e standard disomogenei, stanno provvedendo alla loro ospitalità al di fuori del circuito del sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati. Ma ogni sforzo, ogni risorsa messa a disposizione, ogni percorso di inserimento, rischiano di risultare vani senza la garanzia di un futuro, senza la prospettiva di un titolo di soggiorno che permetta loro di scegliere se stare o ripartire, se tornare in Libia o al proprio paese d’origine.
Pur provenendo dalla Libia, sono nati in Somalia, in Eritrea, in Ghana, in Nigeria, nel Mali, nel Ciad, in Sudan, in Costa d’Avorio, in Bangladesh o in Pakistan, per questo rischiano di vedere rigettata la loro domanda d’asilo dalle commissioni territoriali che già stanno procedendo al diniego nella stragrande maggioranza dei casi.
I ricorsi, molto onerosi, non saranno comunque in molti casi sufficienti, così, dopo aver subito la violenza delle torture libiche o la minaccia dei bombardamenti, il destino di migliaia di persone rischia di essere l’irregolarità.
Non possiamo permettere che nelle nostre città, nei quartieri e nelle strade che abitiamo, sia ancora una volta alimentato lo spazio d’ombra della clandestinità, consegnando migliaia di donne e uomini allo sfruttamento o ai circuiti della criminalità.
Per questo, chiediamo l’’immediato rilascio di un titolo di soggiorno umanitario attraverso l’istituzione della protezione temporanea (art 20 TU) o le altre forme previste dall’ordinamento giuridico.
Una questione di dignità, di democrazia e di giustizia.

PER FIRMARE LA PETIZIONE E PER MAGGIORI INFORMAZIONI:
http://www.meltingpot.org/articolo17149.html

lunedì 28 novembre 2011

VIDEO DELLA SERATA RESISTENZA NO TAV

RINGRAZIAMO I COMPAGNI VAL SUSINI  E IL COMPAGNO TORINESE PER LA LORO PARTECIPAZIONE ALLA SERATA 
ORA E SEMPRE NO TAV
 Parte 1 del video resistenza NO TAV
                                   Parte 2 video reststenza NO TAV
                                   Parte 3 video resistenza NO TAV 
                                     Parte 4 video resistenza NO TAV
                                       ORA E SEMPRE NO TAV

giovedì 24 novembre 2011

In ricordo di Ferruccio Belli

Dieci anni fa, il 24 novembre 2001, moriva all'età di 86 anni Ferruccio Belli, antifascista pavese.
Lavorava alla Necchi quando venne arrestato dai fascisti, nel gennaio del '44, insieme a Enrico Magenes, Luigi Brusaioli, Angelo Balconi e Lorenzo Alberti, tutti membri del primo CLN pavese. Brusaioli e Balconi morirono da deportati nei campi di concentramento nazisti.
Belli fu condotto prima a San Vittore, da lì al campo di Bolzano, quindi a Flossenburg, a Dachau e infine ai lavori forzati a Kottern, fino al termine della guerra. Dedicò poi tutta la sua vita a testimoniare la sua esperienza di antifascista e di deportato, anche come presidente della sezione pavese dell'Aned.

Per ricordarlo e soprattutto per ricordare il suo messaggio, pubblichiamo questo video di una delle sue ultime testimonianze, ringraziando Riccardo che l'ha recentemente reso disponibile.

martedì 22 novembre 2011

Lunedì 28 novembre - Indovina chi parla stasera - Racconti di storie diverse... dalla Libia a Pavia passando per Lampedusa


Diamo voce a questa iniziativa organizzata dall'associazione Ci siamo anche noi per lunedì 28 novembre alle 21 presso la sala Santa Maria Gualtieri in piazza della Vittoria a Pavia.
Dal sito di Ci siamo anche noi: "Racconti di storie diverse... dalla Libia a Pavia passando per Lampedusa. Una serata per, su e con immigrati che da molti paesi attraverso la Libia e a causa della guerra sono arrivati da noi, anche a Pavia. Speranze, delusioni, inganni, avventure e normalità: vite di nostri simili così diversi". Con la partecipazione della compagnia Teatro di mutuo soccorso.

per informazioni sull'associazione e contatti: 


lunedì 21 novembre 2011

DOMANI - RESISTENZA NO TAV

 
 
Martedì 22 novembre a Pavia, presso il Commons (viale Bligny 83), Aldo dice ventisei per uno organizza una serata dedicata alla resistenza in atto in Val Susa contro la realizzazione della TAV, con la partecipazione di due attivisti valsusini.

Un movimento che da 20 anni lotta per difendere la propria terra da un'opera inutile e distruttiva e che, dopo lo sgombero della Libera repubblica della Maddalena, la giornata del 3 luglio e la militarizzazione della valle, si trova ora a respingere un altro attacco: con il ddl sviluppo approvato il 13/11 la zona dove sorgerà il cantiere della TAV diventerà area di interesse strategico. Le conseguenze: maggiore controllo militare, arresto immediato per chi violerà il perimetro del cantiere-fortino ma anche meno possibilità di controllare i costruttori per quanto riguarda l'impatto ambientale dell'opera e la gestione degli appalti.

La serata partirà alle 18e30 con un aperitivo di raccolta fondi per il movimento No Tav e un banchetto informativo.
Alle 21 inizierà l'incontro con Maria Gonella e Claudio Muto, attivisti No Tav, con la possibilità per tutti di intervenire e contribuire al dibattito.

Aldo dice ventisei per uno

venerdì 18 novembre 2011

19 de Noviembre a las 17:00 en frente al Ayuntamiento de Bilbao

Kolpeka esnatzen gaituzte…


Izan ere, bizi garen askatasun-ilusio horren azpian, herriaren beldur diren horien bidegabekeria, intolerantzia eta zapalketa ageri dira. Ordena eta bakea eskuratuko genuela hitz eman ziguten, eta ahorren truke jarritako prezioa, gure sumisio eta obedientzia isila izan zen. Hala ere, isiltasuna apurtzen goaz eta espekulazio zein ustelkerian oinarritutako mundua agortzen doa, herriaren etorkizunari bide eginez. Horregatik, Kalea hartzeko gonbitea luzatu nahi dizuegu, eraginkorrena eta irudimentsuena den tresna erabiliz. Zergatik ez gara elkar ikusten azaroaren 19an 17:00etan Bilboko Udaletxearen aurrean?


Nos despiertan a golpes…
Y es que debajo de esa ilusión de libertad en la que vivimos se esconde la injusticia, la intolerancia y la opresión de los que temen al pueblo. Nos prometieron orden, nos prometieron paz, y todo lo que recibimos a cambio fué nuestra silenciosa y obediente sumisión. Pero, vamos rompiendo el silencio y se agota el mundo corrupto y de especulación, abriendo camino al futuro del pueblo. Por ello, os invitamos a tomar la calle, utilizando la herramienta más creativa y eficiente que conocemos. ¿Por qué no nos vemos el 19 de Noviembre a las 17:00 en frente al Ayuntamiento de Bilbao?

¡NOS VEMOS EN LAS CALLES!
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 info: vbilbo.tk

Pavia - Da ieri occupata in università l'aula magna sotterranea - comunicato e iniziative

Ieri, al termine del corteo per le strade della città, studenti universitari e delle scuole superiori hanno deciso di dare vita a quella che è stata chiamata "Acampada magna sotterranea", un laboratorio per la mobilitazione contro politiche di austerità e pagamento del debito.
Pubblichiamo qui sotto il comunicato di Student*incrisi e gli appuntamenti per oggi, a cui tutti gli studenti ma anche tutti i cittadini sono invitati a partecipare.


Oggi, 17 Novembre 2011, un corteo di studenti universitari e medi ha sfilato per le vie cittadine in occasione della giornata internazionale del diritto allo studio. Negli anni scorsi ci siamo mobilitati contro il ddl Gelmini, per il libero accesso ai saperi e contro la privatizzazione dell’università. Oggi riteniamo fondamentale allargare la protesta al regime di austerity che provocherà lo smantellamento degli ultimi servizi sociali rimasti.
Al termine del corteo un’assemblea ha deciso di occupare l’aula magna sotterranea per dar vita alla “Acampada Magna Sotterranea” rifacendosi all’esperienza statunitense del movimento “Occupy Wall Street”. Come a ZUCCOTTI PARK il movimento americano ha saputo dar vita a spazi reali di democrazia e partecipazione, gli studenti pavesi vogliono fare di quest’aula un luogo di incontro e discussione per rilanciare la mobilitazione contro la macelleria sociale che si prospetta sotto il governo Monti.
La necessità di questo luogo nasce dalla mancanza di spazi ove ritrovarsi liberamente e dove costruire momenti di informazione, iniziative culturali e d’approfondimento sull’attualità, cicli di conferenze e tutto quanto possa incentivare un percorso di sviluppo critico del pensiero. In un paese in cui è così ampia la distanza tra i palazzi del potere e la vita reale, vogliamo costruire organizzazione dal basso che sappia dare risposte immediate alle pessime condizioni di vita alle quali ci costringono. L’Acampada Magna Sotterranea viene ora a costituire un laboratorio aperto a tutti dove provare a riappropriarci della democrazia pignorata dalla speculazione finanziaria. Il nostro intento è inoltre quello di relazionarci e organizzarci insieme a disoccupati, lavoratori, migranti e tutte quelle realtà colpite dalla crisi.
Iniziando con la conferenza d’approfondimento sulla crisi globale con Guido Viale verrà lanciato un programma di iniziative pensato dagli studenti a partire da domani.

per informazioni e aggiornamenti
Sito: http://cuapavia.noblogs.org
Facebook: http://facebook.com/studentincrisi
Twitter: http://twitter.com/studentincrisi


APPUNTAMENTI PER LA GIORNATA DI OGGI, VENERDI' 18

ore 18
Aperitivo e quattro chiacchiere con un economista su moneta-crisi-debito
 or
ore 20
Assemblea organizzativa dell' Acampada magna sotterranea

ore 22,30
Cineforum: proiezione di "Inside Job", film-documentario sull'origine della crisi dal 2008

mercoledì 16 novembre 2011

Esselunga Pioltello - Questa sera presidio di sostegno allo sciopero della Safra


Per questa sera a partire dalle 21 è stato fatto appello a tutte le realtà e le persone solidali con la lotta dei lavoratori della coop Safra a partecipare al presidio ed appoggiare il nuovo sciopero alla logistica di Esselunga a Limito di Pioltello (zona industriale Seggiano Ovest, via Giambologna).
Questo il comunicato scritto al presidio dopo l'assemblea di domenica scorsa.


Comunicato del presidio permanente dell'Esselunga

Dopo i licenziamenti degli ultimi giorni, l'assemblea del presidio permanente di domenica 13 novembre, alla presenza degli operai in lotta e delle loro famiglie, di delegati provenienti da altre cooperative, e di tutti i gruppi che stanno costruendo questa campagna, ha fatto il punto della situazione e ha rilanciato su tutti i terreni di lavoro stabiliti.

1) Campagna di boicottaggio di Esselunga: sono paritit i volantinaggi in diversi punti vendita di Milano (Rubattino, Papiniano, Solari, Lagosta, Umbria) ed altrove (Como, Torino, Pavia, Pantigliate, Rho, Brescia, Firenze, Monza, Sesto S.G., Verona). Il numero di iniziative, e i risultati conseguiti, sono più che incoraggianti: sono coinvolte molte persone e i clienti si fermano interessati e per lo più solidali, consegnando a centinaia i coupons allegati al volantino come segno di protesta.
Si è deciso quindi di estendere ulteriormente l'azione di boicottaggio e di produrre un manifesto cittadino che la accompagni. Entro fine settimana, completando il quadro delle iniziative svolte, si definiranno ulteriori passaggi condivisi da tutti.

2) Cassa di resistenza: Con le primissime iniziative di questi giorni si sono raccolti circa 1400€. Un altro segnale che fa ben sperare su sviluppi ulteriori; segnaliamo con forza che non si tratta di mera assistenza a persone bisognose (e certamente i licenziati lo sono), ma di un impegno politico ben preciso, per tutti coloro che ritengono fondamentale costruire una possibilità di restenza concreta; e la resistenza dipende anche e soprattutto dai mezzi a disposizione per farlo.
Si invita quindi a concentrare gli sforzi e produrre iniziative finalizzati a raccogliere fondi.

3) Lo sciopero del 17 novembre: Lo sciopero di giovedì 17 novembre, con presidio a partire dalle 21 di mercoledì, è un passaggio decisivo di questa lotta che dura da ormai più di un mese, sia per far sentire agli operai che sono tutt'altro che soli, sia per permettere loro di estendere la mobilitazione all'interno dei magazzini anche ad altre cooperative e non solo all'interno del consorzio SAFRA. La mobilitazione per il 17 sta attraversando diverse cooperative organizzate sindacalmente col SI.Cobas, impegnate in battaglie specifiche (a Cortemaggiore e Brembio contro la CIG, a Piacenza per imporre una piattaforma rivendicativa, a Carpiano per il rispetto del CCNL, a Cerro con la causa per il reintegro di 17 operai licenziati un anno e mezzo fa e che potrebbe concludersi, proprio il 17, a Firenze).
Si fa quindi appello alla massima mobilitazione possibile di tutte le forze convintamente solidali con gli operai delle cooperative di Esselunga.

Delegati e operai di SAFRA in lotta - SI Cobas Milano - Coordinamento di sostengo alle lotte nelle cooperative
Pioltello, 14 novembre 2011