sabato 17 dicembre 2011

N°7, dicembre 2011 - Il trasporto è un bene comune. La lotta dei lavoratori dei treni notte licenziati

Dallo scorso 11 dicembre circa 800 persone impiegate nel servizio treni notte sono senza lavoro. A queste andranno a sommarsi altre 200 persone dell'indotto. Solo per la provincia di Milano sono dunque coinvolti quasi 200 lavoratori.
Trenitalia ha deciso di tagliare i treni intercity a lunga percorrenza con servizio cuccette. Le lavoratrici e i lavoratori delle compagnie appaltatrici si ritrovano dunque senza un lavoro. Si tratta dei dipendenti ex Wagon Lits, ossia delle società Servirail, che gestisce i collegamenti nazionali, della Wasteels, che cura i collegamenti internazionali, della Rsi, che si occupa della manutenzione, e della Italmultiservizi, che appronta le cuccette. A questi lavoratori vanno sommati anche quelli della Iscot, la ditta appaltatrice della pulizia di tutti i treni intercity, che ha annunciato dei tagli al personale a causa della soppressione dei notturni.
I lavoratori non sono stati a guardare: l'8 dicembre a Roma Termini un blitz ha ritardato la partenza dei treni notturni. Il giorno dopo, sempre a Roma, i lavoratori hanno bloccato il traffico automobilistico sotto la sede di Trenitalia, mentre un altro blitz ha bloccato i Frecciarossa in partenza da Torino Porta Nuova e a Napoli e a Messina alcuni binari sono stati occupati a singhiozzo. A Milano, invece, tre dipendenti sono saliti sulla torre faro della stazione centrale. Tra loro, Giuseppe Gison, residente a Pinarolo Po (Pv), dipendente Servirail come sua moglie Silvia Meoli. Subito i compagni di lavoro hanno costituito un presidio in fondo al binario 23, sotto alla torre. L'11 dicembre, prima giornata senza lavoro, un corteo interno, con la partecipazione di mogli e figli dei licenziati, ha attraversato Milano Centrale. I 3 sono ancora oggi sulla torre e il presidio di Milano continua. Nel frattempo, ci sono stati scioperi dei lavoratori degli appalti in solidarietà con la lotta dei licenziati ex Wagon Lits, e se ne prevedono altri.
Wagon Lits era, un tempo, il fiore all'occhiello degli appalti di Trenitalia: si pensi che negli anni '80, per farsi asssumere in Wagon Lits, i ferrovieri si licenziavano dalle FS. Alla situazione odierna si è giunti perché Trenitalia, alla scadenza dei vecchi appalti, ha fatto una nuova asta, così al ribasso da spingere Wasteels a non presentarsi e Servirail a non ottenere il contratto. Da qui la decisione delle due aziende di licenziare tutti. Questa gara d'appalto di Trenitalia si inscrive in un piano generale volto alla soppressione dei servizi universali come i treni notte e al potenziamento del segmento di Frecciarossa.
Così facendo, l'amministratore delegato Moretti, oltre a lasciare a casa centinaia di lavoratori, ne obbliga molti di più a pagare i biglietti salati dell'alta velocità per recarsi dal Norditalia a Roma e da qui cambiare treno alla volta del Sud. In termini di prospettiva, si assisterà all'intasamento dello snodo ferroviario di Bologna e a una doppia spaccatura dell'Italia: una spaccatura geografica tra Nord e Sud, e una di classe, con i lavoratori letteralmente segregati da apposite griglie di separazione nei vagoni della istituenda quarta classe dei Frecciarossa.
Moretti agisce così per prepararsi alla concorrenza di NTV, la nuova compagnia privata di Montezemolo. Questi sono dunque gli effetti della privatizzazione dei trasporti ferroviari: licenziamenti dei lavoratori e tagli ai servizi per le classi subalterne. Per questo occorre sostenere la lotta dei licenziati ex Wagon Lits: essa ci permette di difendere il diritto alla mobilità così come i referendum lo hanno fatto con l'acqua. Come dicono i lavoratori del presidio di Milano, il trasporto è un bene comune.

Per scaricare questo numero di "Aldo" in pdf: http://www.movimentopavia.org/index.php?option=com_content&view=article&id=104:connettere-le-lotte&catid=80:lavoro-non-lavoro-approfondimenti

Nessun commento: