sabato 17 dicembre 2011

N°7, dicembre 2011 - Vuoi far valere i tuoi diritti? Licenziato! Logistica Esselunga di Pioltello: 15 lavoratori licenziati, 7 sospesi

Capita spesso che quando si parla di cooperative si pensi una forma di lavoro mutualistico, con pari condizioni per i lavoratori: purtroppo il capitalismo è riuscito a capovolgere a proprio favore questa struttura organizzativa di lavoro. Infatti spesso i lavoratori delle cooperative non fanno riferimento al contratto collettivo nazionale ma al regolamento interno della cooperativa che spesso contiene norme di ricatto e antisindacali, gli orari di lavoro sono flessibili, infatti il lavoro è per lo più a chiamata, spesso le ferie sono “forzate” e non retribuite, i ritmi di lavoro sono pesanti e ciò comporta anche il non rispetto dei regolamenti sulla sicurezza; la gran parte dei lavoratori delle coop sono immigrati e quindi facilmente ricattabili.
Ma proprio attorno a queste condizioni lavorative negli ultimi anni si sono sviluppate delle lotte spesso vincenti organizzate attorno al sindacato S.I. Cobas, ultima in ordine temporale è quella nata nei magazzini Esselunga di Pioltello, magazzino dove passa la maggior parte delle merci vendute nei punti vendita del nord Italia.
Il proprietario di Esselunga è Bernardo Caprotti che tende da sempre ad escludere qualsiasi tipo di sindacato che lotti dai suoi magazzini e supermercati dove vige un regolamento da “caserma”. Venerdì 7 ottobre gli operai del consorzio SAFRA (che lavora per Esselunga) di Pioltello hanno scioperato picchettando l'ingresso e riuscendo a bloccare parzialmente i magazzini del reparto drogheria: lo scopo dello sciopero era di ottenere migliori condizioni lavorative come l'adozione e il rispetto del C.C.N.L., il rispetto delle regole sulla sicurezza, ritmi di lavoro sostenibili, l'allontanamento dei capi che schiavizzano, la cessazione dei continui furti di ore dalle buste paga, il diritto alla rappresentazione sindacale e contro i licenziamenti politici. Per tutto questo 15 operai sono stati licenziati. Da ciò nasce uno sciopero ad oltranza con presidio, man mano che passa il tempo aumenta il coinvolgimento degli operai del consorzio che scioperano (si arriva fino al 85%), a questo punto il consorzio si vede obbligato ad incontrare gli operai; in questo incontro si affronta anche la questione dei 40 provvedimenti disciplinari (tra cui l'estromissione dei delegati S.I. Cobas), ma l'intenzione del consorzio è chiara,ovvero non ha intenzione di trattare ribadendo il suo potere assoluto nelle relazioni sindacali. Intanto arriva la prima intimidazione, un operaio che torna a casa dal picchetto viene aggredito dal capo De Siena, la prognosi per l'operaio è di 7 giorni, mentre per De Siena scatta la denuncia.
Esselunga e SAFRA passano allora al crumiraggio organizzato allargando l'appalto di Alma, portando così al magazzino persone esterne, e nello stesso tempo continuano a minacciare di licenziamento gli operai scioperanti; intanto arrivano altre 7 lettere di licenziamento sotto forma di provvedimenti disciplinari: continuando a mostrare la propria forza arrogante SAFRA ed Esselunga cercano di estromettere i Cobas dal proprio interno, allo stesso tempo fanno delle concessioni che sembrano degli specchietti per allodole, allontanando i capi più odiati e concedendo la remunerazione delle pause brevi; queste concessioni sembrano destinate ad esser eliminate una volta rientrato lo sciopero. Allora gli operai decidono di iniziare una campagna di boicottaggio ai danni di Esselunga con volantinaggi in vari punti vendita, nasce anche una cassa di resistenza per sostenere chi sciopera, viene convocato un nuovo sciopero per il 17 novembre con l'intenzione di estendere la mobilitazione anche agli operai di altre cooperative.
Intanto gli operai del consorzio SAFRA sospendono lo sciopero ad oltranza. Lo sciopero del 17 novembre riesce nel suo intento e il blocco risulta totale, i danni stimati per l'azienda sono ingenti. Intanto cresce il numero di persone solidali con gli operai. La situazione rimane immutata e si decide di rilanciare altre due giornate di sciopero per il 26 e 27 novembre sui reparti che riguardano il “fresco”; ma nel primo pomeriggio del 27 viene attuata un'altra intimidazione da parte dei padroni, infatti davanti al presidio si presentano il presidente del consorzio SAFRA (il sig. Longo), uno dei capi reparto del magazzino salumeria e una cinquantina di persone estranee alle attività presso Esselunga: il sig. Longo avanza alla testa della cordata su un'auto dirigendosi dritto verso il picchetto cercando lo scontro fisico con gli scioperanti; lo scontro fisico premeditato risulta inevitabile e alcuni crumiri riescono ad entrare (ricordiamo che il presidio non ha mai esercitato nessun atto di violenza nei confronti di chi voleva entrare a lavorare, ma ha sempre puntato su un azione di convincimento). Va fatta notare l'assenza delle “forze dell'ordine” che però si presentano la sera durante l'assemblea e perquisiscono il presidio. La situazione non cambia, anzi sembra che il padrone abbia deciso di passare alle maniere forti: allora si decide di rilanciare uno sciopero con corteo cittadino per il 10 dicembre; al corteo partecipano un migliaio di persone, tra cui molti lavoratori delle cooperative, lavoratori e cittadini solidali e operai di altre fabbriche in lotta come la Jabil di Cassina de Pecchi e la Fiat di Torino; per tutto il percorso sono state ricordate le rivendicazioni che si stanno portando avanti nei magazzini Esselunga di Pioltello, sono state ricordate anche le responsabilità di Caprotti che cerca di sfuggire a un confronto. A seguire si è svolta un assemblea pubblica dove si è deciso un ulteriore blocco del reparto “drogheria” per domenica sera. Anche questa volta la risposta dei padroni non si è fatta attendere e sono partite subito telefonate da parte dei caporali che esortavano a ripetere un attacco crumiro come quello del 27 novembre, intanto un nutrito drappello di “forze dell'ordine” si è fatto largo tra il presidio (facendo volare qualche manganellata gratuita) e riuscendo a far entrare alcuni operai a lavoro, anche se la maggior parte degli operai hanno deciso di non entrare a lavorare. Intanto è stata lanciata un'altra mobilitazione generale davanti al punto vendita Esselunga di Pioltello per il 24 dicembre.
Tutto quello che possiamo fare in questo momento è essere solidali con questi operai, perché non dobbiamo dimenticarci che le loro lotte sono anche le nostre: infatti con la scusa della crisi finanziaria i padroni stanno provando ovunque a togliere i diritti conquistati dagli operai in anni di lotte (l'esempio più lampante è quello di Marchionne alla Fiat); questa lotta risulta ancor più importante perché portata avanti da lavoratori immigrati che spesso vengono accusati ingiustamente di “rubarci” il lavoro perché non chiedono diritti quando invece è la potenza delle lobby miliardarie e affaristiche che fanno di tutto per non dargliene e riescono a far tacere le loro voci anche sui mezzi di stampa. Anche per questo crediamo che sia importante la costruzione di iniziative unitarie con altre realtà lavorative del territorio metropolitano per creare un fronte comune a partire da lotte reali, quindi per quanto ci riguarda saremo sempre al fianco di chi lotta per far valere i propri diritti.

Per scaricare questo numero di "Aldo" in pdf: http://www.movimentopavia.org/index.php?option=com_content&view=article&id=104:connettere-le-lotte&catid=80:lavoro-non-lavoro-approfondimenti

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