sabato 6 novembre 2010

Una nuova occupazione migrante nella necropoli dell'Expo (n°5, novembre 2010)


Milan l’è semper Milan, dice un vecchio proverbio. E per fortuna Milano non è solo la città amministrata coi manganelli e le telecamere del vicesindaco De Corato, né la necropoli della speculazione targata Expo 2015 (e macchiata di ‘ndragheta…). No. Per fortuna Milano è anche la metropoli dove i fenomeni sociali del nostro tempo emergono, s’intrecciano, fermentano, e le contraddizioni – attrito dopo attrito – si surriscaldano fino a sfociare in aperti conflitti.
Così, in questo principio d’autunno 2010, non sono solo i reclusi nei Centri di Identificazione ed Espulsione (CIE) a rivoltarsi, né i lavoratori delle aziende in crisi a incazzarsi, né gli studenti in protesta a bloccare le arterie di circolazione di persone e di merci. Tra il 17 e il 18 settembre, infatti, è partita una nuova esperienza di occupazione da parte di alcune famiglie migranti, in zona Città Studi, nella parte est di Milano. In una palazzina di proprietà privata, vuota da anni, il Coordinamento Azione Migrante ha così dato vita alle Case Occupate Autogestite di Via Sangallo 5. Protagoniste sono una decina di famiglie dal Bangladesh, dal Perù e l'Ecuador, che denunciano l’ostilità della Milano ossessionata dall’ordine pubblico e rivendicano l’accesso ai diritti sociali, primo fra tutti quello alla casa. Un altro spunto interessante è dato dal fatto che gli occupanti si sono detti disponibili ad includere nel loro percorso alcune famiglie Rom sfrattate dal campo di Via Triboniano, che il comune ha deciso di chiudere.
Inutile dire come De Corato si sia affrettato a sparare a zero sulla vicenda, ripetendo la solita litania sulle violazioni della legalità e mettendo nel calderone anche tutte le altre 12 occupazioni che punteggiano il territorio milanese. Invocando, ovviamente, una bella ripulita. Per il momento, comunque, la situazione non sembra particolarmente a rischio sgombero. L’immobiliare proprietaria dello stabile, infatti, non si azzarda a chiedere un intervento aggressivo delle forze dell’ordine perché ha già un po’ di problemi con la giustizia. In ogni caso, l’attenzione sul questa nuova occupazione va tenuta alta.
Quanto ai contenuti dell’azione, il comunicato di presentazione parla chiaro: sono persone come noi, che lavorano nei cantieri e nelle case degli italiani come colf e badanti, i cui figli sono nati qui. Hanno pagato migliaia di euro per essere regolarizzati con l’ultima sanatoria, per i ricongiungimenti familiari, per le iscrizioni a scuola dei bimbi, per le tasse, per gli affitti. Trovando solo istituzioni cieche e sorde alle loro richieste. E il razzismo alimentato quotidianamente dal discorso politico ufficiale. Per questo hanno scelto la via dell’occupazione: per rispondere (senza se e senza ma!) ai loro bisogni, in primo luogo. Ma anche per porre sul tavolo un problema politico. I diritti dei migranti e dei Rom, infatti, sono una questione politica centrale, nell’Europa di oggi (e quindi in Italia e a Milano). Una questione politica centrale che però viene nascosta dalla giunta Moratti con la falsa retorica sulla “legalità”. Parlando di “difesa della legalità” contro i Rom, i clandestini e le occupazioni di immobili, infatti, si trasforma un tema sociale e politico (solitamente ignorato dalle istituzioni) in un semplice problema di ordine pubblico. È una comoda strategia per evitare di studiare in profondità il fenomeno, di trattare alla pari con i diretti interessati, di mettere in atto delle soluzioni. De Corato la mette giù facile: mandare la polizia a ristabilire la “legalità”. Una legalità che nella pratica si traduce in guerra contro i poveri, se per legalità si intende lasciare gli appartamenti sfitti in una città come Milano. Ma se la legalità la vediamo in maniera diversa, cominciando da una casa per tutte e per tutti, allora ben vengano altre cento occupazioni! Non solo nella metropoli, ma anche qui da noi a Pavia e provincia, praticamente periferia sud di Milano. Del resto, abbiamo già un ottimo precedente distante solo pochi chilometri da noi: la stazione occupata di Gambolò-Remondò. Speriamo non sia l’unica.
E come sempre: solidarietà con tutti gli occupanti!

Per saperne di più:
• Il comunicato degli occupanti http://lombardia.indymedia.org/node/31693
• Intervista su Radio Onda d’Urto http://www.radiondadurto.org/agenzia/2010-09-22-18-27_red_casa-milano-bruno-viasangallo.mp3
• Rom a Milano http://lombardia.indymedia.org/node/31460
• Le dichiarazioni di De Corato http://www.comune.milano.it/portale/wps/portal/CDM?WCM_GLOBAL_CONTEXT=/wps/wcm/connect%2Fcontentlibrary%2FGiornale%2FGiornale%2FTutte+le+notizie%2FRapporti+Consiglio+Comunale+e+Attuazione+del+programma+Sicurezza%2FSicurezza_leoncavallo_sfratto

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