venerdì 28 maggio 2010

NESSUN MURO PUO' FERMARE IL BARATTOLO (n°4 - giugno 2010)


Le elezioni comunali del giugno 2009 portano a palazzo Mezzabarba Alessandro Cattaneo, un giovane che sotto l'ala del deputato Giancarlo Abelli guiderà la giunta PDL-Leghista di Pavia. Come sbandierato in campagna elettorale, una delle prime mosse è quella di cercare di mettere a tacere la scomoda voce che per 12 anni ha lottato contro le ingiustizie sociali e le speculazioni in città, quella del Centro sociale autogestito Barattolo.
Così a settembre iniziano le pressioni: viene arbitrariamente imposta la cessazione immediata di tutto il palinsesto musicale; e per via informale comunicano che la cacciata dallo stabile di via dei Mille sarebbe stata solo una questione di tempo, al più a fine maggio allo scadere della convenzione. Da allora tutte le componenti già presenti, insieme ad altri gruppi o singoli solidali hanno dato vita ad un organismo assembleare unitario in grado di prendere decisioni importanti in questo momento difficile.
Dalla tre giorni organizzata a settembre partono nuovi progetti, tra cui molto risalto è ottenuto dalla campagna "Libera musica in libero spazio". Questa mira a riportare i concerti al C.S.A. e rompere così di fatto il silenzio imposto, ripartendo con un’iniziativa di alto spessore culturale in città come la VI edizione del "Concorso Sconcertante". Le quattro serate eliminatorie e la finale hanno riscosso un evidentissimo successo, sia per gli spettatori, sempre molto numerosi, sia per le band giovanili che hanno dimostrato un notevole entusiasmo.
La risposta della giunta, ferita dal successo dell'iniziativa, non tarda ad arrivare. Impugnando rilevamenti fatti dall'Arpa in alcune serate, emette un'ordinanza di immediata cessazione di attività musicali dalle ore 22 alle ore 6. Quello che sconcerta è che lo sforamento massimo nelle due rilevazioni ammonta a 4 e 10 decibel, a dimostrazione della pretestuosità di questo provvedimento (per intenderci il respiro umano a circa 20 cm ammonta a 20 decibel). Data ormai l'impossibilità di avere un benchè minimo dialogo con questa giunta, l'assemblea opta per dare un forte segnale politico: il Barattolo sarebbe diventato un centro sociale occupato.
Esattamente 2 giorni dopo la revoca delle firme dalla convenzione, avviene il primo confronto diretto di piazza: è il 25 Aprile. Le istituzioni comunali che avrebbero dovuto commemorare i 65 anni dalla liberazione in Italia dal nazi-fascismo ripudiano apertamente i valori dell'antifascismo e vorrebbero semplicemente una equiparazione tra i morti partigiani e repubblichini, per non parlare del vicesindaco Centinaio che dichiara che il 25 aprile "preferisce andare a fare una grigliata" piuttosto che sprecare tempo. La contestazione sorge quindi spontanea e l'intervento di Cattaneo viene interamente coperto dai presenti, che intonano canti partigiani e che invece applaudono fortemente l'intervento successivo di una docente di storia.
Il giorno successivo Cattaneo emette un'ordinanza di sgombero, resa effettiva martedì 4 maggio. In quella mattina molto piovosa, un ingente presidio delle forze dell'ordine sequestra dallo stabile diverso materiale, tra cui diversi apparecchi elettronici, lasciandoli colpevolmente rovinare per ore sotto la pioggia, per poi erigere un osceno muro davanti all'ingresso del centro.

Una forte ondata di indignazione pervade tutta la città. Uno sgombero inaspettato e così arrogante è malvisto da tutti, giovani e non giovani, persino da chi quel centro non l'ha mai frequentato. A meno di 10 ore dalla sconvolgente notizia più di 300 persone si ritrovano in piazza della Vittoria per un corteo, rabbioso verso un atto così inopportunamente violento, che si conclude in aula del '400, dove ha luogo la serata universitaria prevista per lo stesso giorno al Barattolo.
Nei giorni successivi si è costruita, anche insieme ad altre realtà lombarde, la piattaforma per una manifestazione contro lo sgombero e per rilanciare in tutta la città i valori che hanno sempre animato questo centro sociale. Sabato 8 maggio più di 1000 persone hanno sfilato in difesa degli spazi sociali, con un'idea molto chiara: nessun muro potrà mai fermare le idee, se togliete il centro sociale ci troverete in città.

Invitiamo tutti quanti a seguire gli sviluppi di questa vicenda e di partecipare alle numerosissime iniziative che sono presenti in città, perchè il Barattolo è molto di più di quattro semplici mura.

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