Dalle trattative in regione degli ultimi due giorni è uscita ufficialmente la notizia della chiusura definitiva della Elnagh di Trivolzio, annunciata ai primi di dicembre: la mobilitazione dei lavoratori non è purtroppo stata sufficiente a evitare questa scelta, di fronte al muro rappresentato dall'atteggiamento della dirigenza che non ha mai voluto prendere in considerazione proposte alternative. Ancora negli ultimi giorni l'amministratore delegato ha manifestato la sua natura arrivando a fare un esposto ai carabinieri contro ignoti per la presenza dei lavoratori ai cancelli, che gli avrebbe impedito di portare fuori i camper (peraltro cosa che non è mai stata tentata).
Grazie ai quasi 80 giorni di presidio permanente gli operai e gli impiegati della Elnagh sono riusciti ad avere un anno di cassa integrazione straordinaria prima della mobilità (da 1 a 3 anni secondo l'anzianità), un'altra misura a cui Sea si è opposta fino all'ultimo e che certamente non sarebbe stata ottenuta senza la pressione del presidio.
Detto questo, rimane la chiusura di un'azienda con 60 anni di storia alle spalle e rimangono soprattutto, anche se rinviati, altri 130 licenziamenti non dovuti alla crisi ma a scelte "strategiche" compiute sulla pelle di 130 persone e delle loro famiglie da parte dei dirigenti di Sea.
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