mercoledì 9 marzo 2011

Italia. Occupazioni studentesche: dalla resistenza alla riforma universitaria al mutualismo. Da "ΠΑΙΔΕΙΑ &ΚΟΙΝΩΝΙΑ" numero 61, 27 febbraio 2011.


Pubblichiamo questo articolo apparso sull'ultimo numero della rivista indipendente greca "Paideia"

Nonostante la definitiva approvazione, il 22 dicembre scorso, del disegno di legge Gelmini di riforma dell'università e nonostante l'arrivo della pausa invernale delle lezioni, con il susseguirsi degli esami, il movimento degli studenti universitari italiani non si è fermato. Dopo l'esplosione di rabbia con gli scontri di piazza del Popolo a Roma del 14 dicembre, dopo blocchi e cortei che in concomitanza con il voto finale sulla riforma al Senato hanno paralizzato, per l'ennesima volta, intere città, il movimento è tornato a farsi sentire. Un punto alto della mobilitazione è stato toccato con lo sciopero dei metalmeccanici del 28 gennaio. Il sindacato FIOM ha indetto una giornata di astensione dal lavoro per contrapporsi agli accordi relativi agli stabilimenti di Pomigliano e Mirafiori siglati tra il management Fiat e gli altri sindacati. Estensione del tempo di lavoro, intensificazione dei ritmi, abolizione del diritto di sciopero, espulsione dei sindacati non corporativi: questo il succo dell'attacco portato alla classe operaia Fiat. Tra studenti e operai si è prodotta una saldatura contro l'erosione dei diritti esistenti e per la conquista di nuovi spazi di democrazia.

L'incontro non si è limitato a passeggiate degli studenti al fianco di operai che bloccano la produzione. In alcuni casi gli universitari hanno cercato di andare oltre il vecchio slogan sessantottesco “operai e studenti uniti nella lotta”. Ad esempio, nella città universitaria di Pavia, alle porte di Milano, un corteo di studenti delle scuole superiori e delle facoltà dello storico ateneo hanno occupato uno stabile di qualche migliaio di metri quadrati appartenente all'università.  L'ateneo, vista la scarsità di fondi e la ben nota predisposizione a dare una mano agli amici speculatori, lo lasciava in stato di abbandono da cinque anni e ammetteva candidamente di non avere progetti a riguardo. Progetti ne avevano invece molti e molto interessanti gli universitari: un collegio per studenti e giovani precari altrimenti costretti a pagare 500 euro di affitto in nero; un copypoint per fotocopiare dispense e libri di testo a prezzo di costo; una libreria in cui poter avere testi a prezzo scontato; sale studio permanenti per rispondere all’inadeguata offerta da parte dell’Università; una mensa a prezzi popolari e con cibi sostenibili (km 0, biologico, ecc.); un centro per l’autoformazione dove ospitare conferenze e seminari organizzati dagli studenti e creare così sapere critico; sportelli di assistenza legale per contratti di affitto e lavoro; un servizio di assistenza specifica per studenti stranieri (permessi di soggiorno, corsi di lingua, ecc.); laboratori, sale espositive, cineforum in cui promuovere il libero accesso alla cultura.

L'occupazione studentesca di Pavia si richiama idealmente all'esperienza storica delle società operaie di mutuo soccorso nate a metà ottocento. Il mutualismo è infatti individuato come la fase ricompositiva che permette la costruzione di dinamiche di scontro sociale. La volontà che guida queste riflessioni è la riunificazione di soggetti che, pur trovandosi a condividere la medesima miseria, vengono isolati e divisi dalle politiche contrattuali o dall’assegnazione fintamente meritocratica delle borse di studio. Autonomia, mutualismo ed autoformazione sono i tre concetti cardine su cui si snodano l’analisi dell’esistente e le proposte di cambiamento. L'idea messa in atto dagli studenti è quella di creare autorganizzazione per rispondere a bisogni fondamentali erogandoli in autonomia dal welfare statale, sempre più compromesso da crisi economica, piani di austerità,  tagli. Se i diritti sono miraggi per studenti e lavoratori precari, allora questi ultimi se li devono costruire da soli, così come fecero gli operai che fondarono le prime mutue centocinquant'anni fa. Parlare di mutualismo e cercare i modi per applicarlo non è certo una novità assoluta, si trovano infatti precedenti illustri nelle società operaie di mutuo soccorso sorte nell’ottocento o, più vicine a noi, nelle numerose occupazioni a scopo abitativo operate per mano di studenti e precari, come lo studentato “Anomalia” di Palermo o il “Point Break” di Roma. Tuttavia era tempo che non veniva fatto un percorso così organico tra teoria e prassi che dall’individuazione delle pratiche portasse all’applicazione concreta delle stesse.

Il rettore dell'università ha mandato la polizia a sgomberare lo stabile. Il successo militare dell’operazione è stato garantito dall’immenso dispiegamento di forze dell’ordine, quello politico è stato subito cancellato dall’iniziativa di due studenti che sono saliti sul tetto dell’edificio attirando l’attenzione immediata della cittadinanza e dei media sulla vicenda, non però quella del rettore che mentre tutto ciò avveniva restava ben nascosto nei saloni del rettorato. Dopo due giorni ed una notte passati sul tetto i due ragazzi decidevano di scendere in cambio dell’impegno da parte del rettore a presentare il progetto dello Spazio di Mutuo Soccorso al consiglio d'amministrazione dell’Università. Gli studenti promettono una nuova occupazione, così come è successo a Napoli. Nella città partenopea la rettrice dell'Università Orientale ha fatto sgomberare dalla polizia i locali di una mensa universitaria dismessa a causa dei tagli ministeriali e occupata dagli studenti e ribattezzata “Laboratorio Zero81”. Lo sgombero ha avuto strascichi con cariche della polizia e lanci di lacrimogeni fin dentro le aule studio dell'Ateneo. Il giorno dopo lo sgombero, la ex-mensa napoletana è stata rioccupata.

Sul fronte della riforma, intanto, sono iniziate le contestazioni alle commissioni che nei vari atenei avranno il compito di riscrivere gli statuti, conformandoli ai dettami della nuova legge. È iniziata la fase di applicazione del progetto targato Gelmini, ma da Pisa a Bologna, da Torino a Macerata, gli studenti irrompono nelle sale dove si riuniscono le commissioni statuto per impedire lo svolgimento dei lavori. L'obiettivo dichiarato è quello di bloccare la fase attuativa della nuova legge, obbligando il ministero dell'università a commissariare tutti gli atenei italiani. In attesa della caduta del governo Berlusconi...

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