Pubblichiamo questo articolo apparso sull'ultimo numero della rivista indipendente greca "Paideia"
Nonostante la definitiva approvazione, il 22 dicembre scorso, del disegno di legge Gelmini di riforma dell'università e nonostante l'arrivo della pausa invernale delle lezioni, con il susseguirsi degli esami, il movimento degli studenti universitari italiani non si è fermato. Dopo l'esplosione di rabbia con gli scontri di piazza del Popolo a Roma del 14 dicembre, dopo blocchi e cortei che in concomitanza con il voto finale sulla riforma al Senato hanno paralizzato, per l'ennesima volta, intere città, il movimento è tornato a farsi sentire. Un punto alto della mobilitazione è stato toccato con lo sciopero dei metalmeccanici del 28 gennaio. Il sindacato FIOM ha indetto una giornata di astensione dal lavoro per contrapporsi agli accordi relativi agli stabilimenti di Pomigliano e Mirafiori siglati tra il management Fiat e gli altri sindacati. Estensione del tempo di lavoro, intensificazione dei ritmi, abolizione del diritto di sciopero, espulsione dei sindacati non corporativi: questo il succo dell'attacco portato alla classe operaia Fiat. Tra studenti e operai si è prodotta una saldatura contro l'erosione dei diritti esistenti e per la conquista di nuovi spazi di democrazia.
L'incontro non si è limitato a passeggiate degli studenti al fianco di operai che bloccano la produzione. In alcuni casi gli universitari hanno cercato di andare oltre il vecchio slogan sessantottesco “operai e studenti uniti nella lotta”. Ad esempio, nella città universitaria di Pavia, alle porte di Milano, un corteo di studenti delle scuole superiori e delle facoltà dello storico ateneo hanno occupato uno stabile di qualche migliaio di metri quadrati appartenente all'università. L'ateneo, vista la scarsità di fondi e la ben nota predisposizione a dare una mano agli amici speculatori, lo lasciava in stato di abbandono da cinque anni e ammetteva candidamente di non avere progetti a riguardo. Progetti ne avevano invece molti e molto interessanti gli universitari: un collegio per studenti e giovani precari altrimenti costretti a pagare 500 euro di affitto in nero; un copypoint per fotocopiare dispense e libri di testo a prezzo di costo; una libreria in cui poter avere testi a prezzo scontato; sale studio permanenti per rispondere all’inadeguata offerta da parte dell’Università; una mensa a prezzi popolari e con cibi sostenibili (km 0, biologico, ecc.); un centro per l’autoformazione dove ospitare conferenze e seminari organizzati dagli studenti e creare così sapere critico; sportelli di assistenza legale per contratti di affitto e lavoro; un servizio di assistenza specifica per studenti stranieri (permessi di soggiorno, corsi di lingua, ecc.); laboratori, sale espositive, cineforum in cui promuovere il libero accesso alla cultura.
L'occupazione studentesca di Pavia si richiama idealmente all'esperienza storica delle società operaie di mutuo soccorso nate a metà ottocento. Il mutualismo è infatti individuato come la fase ricompositiva che permette la costruzione di dinamiche di scontro sociale. La volontà che guida queste riflessioni è la riunificazione di soggetti che, pur trovandosi a condividere la medesima miseria, vengono isolati e divisi dalle politiche contrattuali o dall’assegnazione fintamente meritocratica delle borse di studio. Autonomia, mutualismo ed autoformazione sono i tre concetti cardine su cui si snodano l’analisi dell’esistente e le proposte di cambiamento. L'idea messa in atto dagli studenti è quella di creare autorganizzazione per rispondere a bisogni fondamentali erogandoli in autonomia dal welfare statale, sempre più compromesso da crisi economica, piani di austerità, tagli. Se i diritti sono miraggi per studenti e lavoratori precari, allora questi ultimi se li devono costruire da soli, così come fecero gli operai che fondarono le prime mutue centocinquant'anni fa. Parlare di mutualismo e cercare i modi per applicarlo non è certo una novità assoluta, si trovano infatti precedenti illustri nelle società operaie di mutuo soccorso sorte nell’ottocento o, più vicine a noi, nelle numerose occupazioni a scopo abitativo operate per mano di studenti e precari, come lo studentato “Anomalia” di Palermo o il “Point Break” di Roma. Tuttavia era tempo che non veniva fatto un percorso così organico tra teoria e prassi che dall’individuazione delle pratiche portasse all’applicazione concreta delle stesse.
Il rettore dell'università ha mandato la polizia a sgomberare lo stabile. Il successo militare dell’operazione è stato garantito dall’immenso dispiegamento di forze dell’ordine, quello politico è stato subito cancellato dall’iniziativa di due studenti che sono saliti sul tetto dell’edificio attirando l’attenzione immediata della cittadinanza e dei media sulla vicenda, non però quella del rettore che mentre tutto ciò avveniva restava ben nascosto nei saloni del rettorato. Dopo due giorni ed una notte passati sul tetto i due ragazzi decidevano di scendere in cambio dell’impegno da parte del rettore a presentare il progetto dello Spazio di Mutuo Soccorso al consiglio d'amministrazione dell’Università. Gli studenti promettono una nuova occupazione, così come è successo a Napoli. Nella città partenopea la rettrice dell'Università Orientale ha fatto sgomberare dalla polizia i locali di una mensa universitaria dismessa a causa dei tagli ministeriali e occupata dagli studenti e ribattezzata “Laboratorio Zero81”. Lo sgombero ha avuto strascichi con cariche della polizia e lanci di lacrimogeni fin dentro le aule studio dell'Ateneo. Il giorno dopo lo sgombero, la ex-mensa napoletana è stata rioccupata.
Sul fronte della riforma, intanto, sono iniziate le contestazioni alle commissioni che nei vari atenei avranno il compito di riscrivere gli statuti, conformandoli ai dettami della nuova legge. È iniziata la fase di applicazione del progetto targato Gelmini, ma da Pisa a Bologna, da Torino a Macerata, gli studenti irrompono nelle sale dove si riuniscono le commissioni statuto per impedire lo svolgimento dei lavori. L'obiettivo dichiarato è quello di bloccare la fase attuativa della nuova legge, obbligando il ministero dell'università a commissariare tutti gli atenei italiani. In attesa della caduta del governo Berlusconi...
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