La situazione è ancora ferma alla Cisam di Vellezzo Bellini, ancora chiusa, con 19 operai che hanno mesi di stipendio in arretrato e non sanno che futuro avranno loro e la loro fabbrica. Per avere i soldi hanno fatto partire un'ingiunzione tramite gli avvocati, mentre si parla di un'istanza di fallimento che sarebbe stata avanzata dalla proprietà (che oltre alla Cisam ha i magazzini della Sds, direttamente collegati, e anche una fabbrica in Ungheria dove si svolge parte del lavoro...) e dell'interesse di un compratore che però non si è ancora fatto vivo. Intanto, nell'incontro di giovedì scorso, i delegati hanno respinto la proposta ufficiosa di continuare la produzione tagliando a metà l'organico, con il licenziamento di 10 di loro, chiedendo piuttosto un contratto di solidarietà per lavorare tutti.
Il presidio va avanti ormai da 20 giorni: i lavoratori si alternano fuori dai cancelli, ricevendo l'appoggio di ex operai, cittadini del paese, di qualche negoziante e del comune di Vellezzo, per impedire un eventuale tentativo dell'azienda di far sparire le centinaia di migliaia di euro che, sotto forma di marmitte o di materiale ancora da lavorare, sono in magazzino. A parte il fatto che i clienti per cui lavorare c'erano ancora quando l'azienda è stata chiusa e che quindi il lavoro deve rimanere dov'è, si tratta di soldi sui quali i 19 lavoratori vantano un credito per via degli stipendi mai pagati, e che quindi continuano a tenere sotto controllo da vicino. Seguiranno aggiornamenti...
Nessun commento:
Posta un commento